Se i tuoi baci celano lacrime fragranti entrami negli occhi, lascia fuori il tuo spento animo e i tuoi oscuri confini ... e cerca in me te stessa affonda nei rivoli d'amore sorridi e riposa.
Se il dire dovesse sciogliere i grumi appesi al cuore se il guardare dovesse tracimare gli argini dello sperare se ascoltare vuol dire sperare di non trascinarsi a fondo se piangere insieme toglie le lame infilate nella gola non più illusioni né neve sulla pelle, soltanto luce ch'abbaglia e smunta il sangue lasciando passare il sole.
Voglio amarti adesso Prima che le luci spengano negli occhi la loro evanescenza Prima che l'inquieto fiume trasbordi e ammagli del tutto il cuore Prima che la pioggia tocchi la sabbia e sparisca come spariscono le urla nel deserto Prima che ogni lacrima abbia la sua croce. Voglio vedere il tuo respiro fermarsi Voglio dormirti dentro e sognarti Volare sulla tua immacolata pelle e sbottonarti l'ultimo pudore Fuggire dal mondo e dal suo rumore Prima che gli inverni senza luce gelino le labbra prima dei baci Prima che il vento trovi spifferi in cui fischiare e mi distragga dal frumento dei tuoi occhi che diventi pane ogni giorno per sfamarmi Prima che il mare copra le nostre impronte o un gabbiano si stacchi dal tramonto o che i gigli diventino vermigli.
Dalle ciglia si staccano gli sguardi come i tramonti si staccano dal cielo e cadono nel mare a bersi la notte mentre batte l'ultimo respiro come raso a fil di pelle Le bocche si rincorrono cercando il miele che han disperso nei disseminati baci.
Sonno tu m'accarezzi ma lei mi manca! Notte su notte è il mio dolore Pensieri che muoiono nell'ombra Respiro aria, ma è una lama nella gola Il suo corpo non oso immaginare S'accumula il desiderio che amaro scorre nelle vene, osservo la notte che scivola nel silenzio d'una piuma. L'amo segretamente tra l'anima e l'ombra.
Rughe senza fine Solchi disperati Eco che sprofonda ... Sangue e lacrime trattengono il dolore frammentato nelle pieghe Ma quando incontro il tuo sorriso comincia l'infinito mio bel viso e l'inspiegabile dolore sparisce cullandomi d'amore, d'amore Tramonto e aurora è tutto in te Effimero dolore vola nell'inferno lasciando entrare i divini fiocchi del tramonto lago dei tuoi occhi.
Prenditi la pelle che tenevo addosso come fosse il tuo corpo. Lasciami solo, perché da solo io posso ritrovare la notte e il giorno che si rincorrono di nuovo. Posso così tornare a bere alla fonte l'acqua limpida di sorgente, correre nei prati a crepapelle sorridere di me come un pazzo tornare a perdermi nel mare per ore a infrangermi con lui nelle tempeste ad amarmi ed ad ascoltarmi quei silenzi che facevano di me un uomo.
Avrai un cuore purosangue e milioni di mappe per i tuoi cammini unico viaggio eterno della vita Danzerai nel buio come fosse luce ritrovandoci dentro la forza di tuo padre Rivolterai le zolle dell'intimo tuo terreno e renderai fertile tutti i tuoi dolori Cadrai mille volte nella merda e ancor più forte t'alzerai potrai vedere il paradiso se quella merda non ti avrà deriso Mangerai polvere e parole, guarderai negli occhi chi ti fugge dal tuo invisibile coraggio Ti pulirai il viso da milioni di sputi di uomini fottuti e poi svenduti Berrai acqua sporca d'ipocrisia d'un mondo falso dove non esiste lacrima che non sia dolore per se stessi Chiederai la resa al mondo infame dove il pane è sangue di letame Irradierai luce ai poveri d'amore impareranno a sfamarsi anche di silenzi Un sorriso un diamante da mostrare e non un dolore da ammaestrare Colleziona sogni come perle d'un rosario da colarti sulla pelle quando hai freddo e il mare minaccia di affondarti infinito o piccolo, il mondo è nelle tue mani la tua anima sia sempre una giostra e che la tua follia ne sia la ruota.
Distesa come la duna di un deserto su lenzuola immacolate come il latte Dagli abissi del tuo corpo acerbo carne da ardere per queste mie mani Ti ammiravo nel silenzio che pungeva come cicche di sigarette smorzavo ogni respiro mi bagnavo le labbra con la vista non potevo resisterti, non volevo Avrei profanato ogni cancello per aprire la tua porta, quella porta Una madonna distesa su pampini di glicini dalla finestra sentivo odor di pelle nuda inebriata di calore scivolava sulla seta Maledetto il mio destino che mi fa sentir bambino un giglio troppo giovane mi ha preso l'anima Mi pungo il cuore per non sentir dolore briciole di sale mi bruciano le ciglia e spengo il fuoco che arde nel braciere riempio l'attesa come cera sulle mani tu batti gli occhi nel silenzio e taci.