Guardo il mare, il suo confine immaginario che segna un reale confine. Lo guardo e scrivo ancora ciò che ho già detto, ciò che continuo a pensare. Monotona la mia penna, ripetitiva la mia visione... Vorrei fuggire, vorrei che quel lontano fosse davvero vicino, fosse tra le mie mani invece che, ameno, nel profondo dei miei occhi, così da raggiungerlo a piedi svelti. L'Ulisse bussa forte dal mio petto, pretende che continui, che amplifichi il suo viaggio: è la coscienza folle di ogni uomo schiavo di se stesso, di quello che è il suo esule vissuto in una vita che mai gli basta. Vorrei partire, riconquistare il tempo perso, ridisegnare il mio avvenire: vorrei affrontare a cuore aperto la sua, la mia Odissea. Tornare a Itaca, lo so, sarà difficile, sarà come vivere e morire cento volte, sarà soccombere di fronte alla paura, al coraggio pusillanime di chi è costretto a sopravvivere che ti ricorda perché combatti, perché, per chi desideri tornare, fino a scoprire che il vero ritorno sarà il tragitto con tutte le sue insidie e non l'arrivo sperato; fino a capire che il vero ritorno sarai tu, rinato forte. Guardo il mare, il suo confine immaginario che in verità bloccava solo la mia mente: la mia impotenza da giullare. Voglio partire, voglio partire per ritornare e oltrepassare il mio confine.
Gli occhi di un poeta sono falene nella notte, deserti solitari, oceani profondi in cerca di un confine. Sono acquazzoni, nuvole dalle forme indefinite, silenzi urlati e parole non dette. Gli occhi di un poeta li riconosci dallo sguardo, dal nitore delle rughe, dalla luce che, nel buio, emanano: quegli occhi tristi di chi crede e ama, quegli occhi vispi di chi scopre e sogna, quegli occhi arsi di chi dona e spera, ce li hai davanti, ce li hai stampati sulla faccia! Gli occhi di un poeta, o Uomo dai mille umori e sentimenti, sono gli stessi miei, sono gli stessi tuoi. Essere umano io, essere umano tu: abbiamo un'anima in comune.
Il mare di notte è un'immensa radura di polvere di stelle; sereno o irrequieto riflesso del cielo, fa da tappeto alla luna.
Il mare di notte, con le sue onde sinuose e avvolgenti, sgualcito dalla candida spuma, è una musica dolce, struggente e incantata: l'eco delle ipnotiche sirene.
Il mare di notte, adulatore sfacciato, è una poesia rubata agli amanti, ai loro languidi sguardi che vi si specchiano dentro, confidandogli i segreti del loro amore.