Se non rimane che il sapore dell'amarezza cos'altro gusteremo in questi giorni che verranno senza risveglio? Ora sono giorni mai nati, ma com'erano delicati, lo so. Se ci ripenso sento intenso un abbraccio vero, quello mai dato, sento sincera una carezza vera, quella mai fatta. Com'è vero, allora, questo solitario tacere e questo malcelato ridere dei nostri pensieri, dolci o amari per sempre nei nostri ricordi.
Ti ho visto di notte al di là della nebbia fra i fantasmi del porto. La luce fioca del vecchio faro infiammava il destino. C'eri anche tu, danzatrice pallida dalla veste scarlatta. Scalza e impavida in riva alla brezza, udivi il pianto di un'armonica che un pezzente suonava accovacciato su un sasso mendicando amore.
Ti amo! l'ho saputo nel deserto senza acqua e senza mani, all'ombra delle palme dove ho sognato i tulipani con la forma del tuo viso su di un pozzo immaginario. Io ti amo, l'ho capito! Senza sete e senza sosta solo il sole spia nel mezzo, brucia, gira, apre il cuore, coi suoi raggi fa l'amore questo mio diamante grezzo.
Un foglio immacolato e violini lontani, idee bagnate d'inchiostro sulla tua camicia smessa. Ti adagio qui fra le tempie tumulto del giorno appena morto, senza un vuoto stropicciato sul letto, senza un goccio di gin sulle labbra, senza un vetro opaco puntellato dalla pioggia. Un corvo gracchia fra i sibili del vento, poi il silenzio invade i campi, si allunga fino in casa davanti al focolare dove una solitaria fiammella brucia viva e triste d'ispirazione.
Sospiro quando t'ho vicino, sospiro un soffio e ancora mille come un mare senza sosta. A me par quasi sia l'utimo mio sospiro quando mi sfiori, come quando ero bambina e sognavo di volare.
Sbuca il giorno là sul sacro fiume, dondola un fiore sul letto di colorate piume. Rosso fuoco, petali in viaggio, giallo oro, pensieri in coro. Volano anime fedeli col primo raggio nell'abbraccio dell'oriente.
Quattro per me, voi le grazie, io la dama, lui il re.
Del ventre le sorelle son le ancelle e il fratello del castello, sta nel centro proprio quello. Del fiore lui è l'occhiello
Su stringi le mie mani, si fa il girotondo oltre il domani. Cinque mani, cinque dita è il legame della vita, solo il cerchio dell'anima mia, cosa vuoi che sia!
Del carillon i segreti di calore io imbratto, prova dai su conta fino a quattro.
Aggiungi uno, è importante mentre canto! su nel cielo come una spilla sul suo manto una stella si è adagiata, ecco dura all'infinito, da una rima è baciata!
Presto dai torna a contare. Questo ritornello è mio d'amore, io non lo smetterò mai di canticchiare!
Un vestito rosso che indicava il suolo e confinava col tuo fumo. Un tacco grigio cielo mi portava sul tuo mento; la notte dell'ebbrezza e della sensualità conduceva la vettura del nostro orgoglio verso strade di baci.
Sei stata la ruga gioiosa del mattino quando era alba appena, le parole di antichi cantastorie confuse con l'aria della sera ancor nel primo crepuscolo; sempre sarai per me la primavera dell'anima, il fiore di pesco all'occhiello del cuore.
Ci sono alcune cose nella vita che non avresti mai pensato esistessero. Ci sono voci racchiuse in un vortice oscuro che tremano di uscire bloccate dalla luce. Ma cose c'è intorno a me, in cosa credo io, dove sono ora, io non so, capirò, forse non saprò. Un dolore, una lacrima vestita di ricordo, un odore di felicità, tutto si è disciolto già. Così in una parola, così in un sorriso spezzato e io non saprò... Un'esistenza in mani false non aspetterò.