Ho bisogno di camminare di perdermi per una strada senza una meta, ho bisogno di dimenticare chi sono, il mio nome e la mia figura di creta. Ho bisogno di capire perché mi sento piccina e il resto dei miei perché dove vanno a finire. Ho bisogno di non pensare, di non sentire, di non guardare il prodotto del finto ragionare con le sue regole cosa puņ fare. Ho bisogno di lasciarmi andare tra le parole dello scrivere, tra le onde del naufragare. Ho bisogno di inventare un nuovo stato un nuovo mondo verso cui andare.
Io sto per conto mio non sopporto guinzagli non sopporto recinti. Mi puoi chiamare matta mi puoi chiamare distratta mi puoi chiamare come ti pare ma non mi puoi incasellare. Scusa se non rientro nei parametri e se solo chi č come me mi puņ capire, ci possono legare solo i sentimenti e tu sai cosa voglio dire.
Assoluta teoria d'incongruenza, ponte impossibile dell'immaginario, invisibile traccia negli incroci tra le rette un arco posdatato di puntini in calcolati. Per ognuno c'č un momento che t'imprigiona dentro al tempo, dentro un fuoco che raffina come pane da farina, dentro all'essere poeta come polvere di cometa, riconoscibile dalla sua scia e nel divenire dell'entelechia.
Era tanto tempo fa quando eri il mio sole, quando c'erano due persone e l'estate passņ di qua. Ma passano le stagioni, mutano aspetti ed effetti e di molte cose non si vede niente. Niente nel ghiaccio rimane di noi.
A volte mi sento una piccola foglia avvolta nel vento. Persi il mio ramo all'oscura partenza e vago in cerca della mia provenienza. Non era la mia la terra dei barbari, né i paesaggi dalle dolci colline, e neppure quest'argilla con mescolanze di flora mediterranea e le sue essenze. Percepisco nel turbinare il lontano profumo della brezza del mare, e rivoltando s'illumina per attimi l'interioritą. Apri la tua mano e solo di un respiro il tempo afferrami per un momento, e poi lasciami alla mia sorte. Forse non nacqui per una terra a cui appartenere ma attraverso il vento viaggiare.
Dalla mia casa si vede il mare e mi sento fortunata. Nelle belle giornate riflette la luce solare il piano d'acqua argentata e comprendi chi ha desiderio di partire verso una meta incantata. Se č di cattivo umore il cuore fa tremare ma a tempesta placata la storia d'amore puņ ricominciare, e mi sento fortunata perché dalla mia casa si vede il mare.
Si sente gił lanima mia, passato il tempo che doveva esser di gioia e di allegrezza gli attimi raccolgo come i resti di una festa, e si riempie sempre pił il sacco della mia tristezza.
Vado alla ricerca di un canto con dolce melodia, per poter addormentar la vivace bimba mia.
Riposa al calduccio come piccolo seme, un giorno alla tua ombra troverą rifugio chi ti ha voluto bene.
Dormi e sogna tra le stelle tra le nubi dell'universo nel divenir di cose belle, incompleta č la versione e la materia come nastro svolgerą il guerrier di luce poiché dentro te č gią l'astro.