Scritta da: Widmer Valbonesi

Ritorno alla vita

La foschia che copre la mia mente
Sta dissipandosi all'improvviso,
un raggio di sole illumina la mia vita.
Il paesaggio triste ed offuscato,
sta sparendo al venire del sole
e del desiderio di far rinascere le "foglie".
I germogli della vita stanno espugnando
La fortezza dello sconforto
E l'amarezza dell'inganno.
Grazie, oh natura che dai la forza
E la possibilità di rinascere
A questo mio obnuvolato corpo.
Ma, ma che fai? Te ne vai sole?
E! E tu, " vento" stai tornando?
No, non voglio, perché?
A che serve sperare quando
La realtà ti sbatte sul viso
Come un vento che abbatte
E non ci si possono opporre ostacoli?
No. Tu non puoi tornare,
la vita è rinata in me
stavolta le foglie non sono più secche
vento! Non ti lascerò colpire ancora.
E…uscito dal cerchio del dolore
forse riuscirò a trovare l'amore.
Oliviero Widmer Valbonesi
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Widmer Valbonesi

    Paese di favola

    Da sul colle dipinto nel colore dei fiori,
    io guardavo l'acqua azzurro smeraldo
    e sentivo il canto tranquillo del mare.
    Vedevo la felicità degli uccelli su in cielo
    La sicurezza dei pesci nell'acqua
    Sentivo la pace dentro al mio cuore.
    Non credevo, non pensavo ormai
    In mezzo a tanti mali del mondo
    riuscissi ad esclamare: meraviglioso!
    Lontano dagli intrighi, dal traffico
    Dai rumori, dal male, dal buio
    Vicino alla gioia, lontano da lei.
    Già! Al solo pensiero di lei
    Il cielo diventava già buio, il mare in tempesta
    Il cuore batteva impazzito, non avevo più pace.
    Non crediamo, sarebbe un errore
    alla gioia e anche all'amore
    se non si è in pace col cuore.
    Fu per questo che, anch'io, quel giorno
    Pur essendo in un paese di favola
    Vivevo un'illusione di nuvola.
    Oliviero Widmer Valbonesi
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Widmer Valbonesi

      Nella notte

      Quante luci spezzano il buio della notte
      Quante urla, quante grida
      Quanta gente lacera il sacro silenzio
      E si diverte in quella casa.
      E tu, o notte, osservi tutto e tutti.
      Vedi loro brindare e divertirsi
      E vedi me, solo a passeggiare
      A pensare e ripensare a chi non c'è più
      Perché non riesco ad entrare là con loro?

      Cosa c'è in me di diverso?
      Che mi trattiene ora che son solo?
      Ora che non ho più lei? Perché?
      Lei era bella! Ti ricordi, o notte,
      quando vagando, abbracciati senza meta, in silenzio, senza rompere la quiete ci sedevamo sotto il faggio e ci amavamo?

      Eravamo felici, aspiravamo il profumo
      Del grano e dei papaveri in fiore
      Ci specchiavamo in un raggio di luna
      Vivevamo di baci, di promesse, del nostro amore.
      Ma non durò a lungo
      Di giorno non ci capimmo più
      Tu non c'eri ad aiutarci con la tua pace
      Litigammo e lei partì.
      Siamo rimasti soli io e te, notte
      Tu ancora testimone della mia vita
      Io, coi miei ricordi in quei silenzi
      Non entro là, e son qui a chiedermi come mai.
      Oliviero Widmer Valbonesi
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Widmer Valbonesi

        La rosa

        La storia che or vi descrivo
        È storia che ancora io vivo
        Non credo sia un'avventura
        E spero sia sol duratura.
        Quando vidi quella rosa
        Provai una strana cosa
        E tutto mi invase un sentimento
        Che mi rese felice, contento.
        Era una rosa così dolce e carina
        Col cuore ancor da bambina
        Io la vidi gaia e contenta
        ma quella fiamma sarebbesi spenta.
        La rividi una sera, triste e depressa
        E feci a me stesso una solenne promessa.
        Io raggio di sole, con mano sicura
        Dovevo aiutarla a diventare matura.
        Così il giorno dopo, appena mattina
        Volli vedere la mia dolce bambina
        Era più calma, e meno gravosa
        sembrò la vicenda alla dolce mia rosa.
        Poi la rividi ogni giorno
        E ad ogni saluto, aspettavo il ritorno
        Lei or mi ascolta felice e rapita
        Ma nel suo cuor c'è ancor la ferita.
        Io so che si sente un po' troppo sola
        senza nessuno che la consola
        Ella con me suol confidarsi
        e quindi dai guai può scaricarsi.
        A volte mi dice che vorrebbe trovare
        Qualcuno che la possa amare
        Ed io allora ti chiedo dolce mia rosa
        Non capisci che tì amo più d'ogni altra cosa?
        Oliviero Widmer Valbonesi
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Widmer Valbonesi

          Realtà del risveglio

          È l'alba.
          Il pero, il melo, il cipresso sono brulli
          Tutto è spoglio, anzi nudo.
          Il vento soffia forte
          Ma non mi sembra soddisfatto
          Non trova più ostacoli da abbattere
          Non stronca più le fragili foglie
          Ormai solo soffice manto
          Nella mia amata terra.
          Il cielo è grigio, anzi scuro,
          tutto è nero, tutto confuso.
          E cominciano i tristi pensieri
          No, non c'è via di scampo.
          E come la foglia cade
          abbattuta dal vento crudele
          le mie aspirazioni, i miei desideri
          cadono nel vuoto di questa tragica realtà.
          Da essa non posso fuggire
          E tu, oh natura, non mi aiuti certo,
          anzi mi crei l'ambiente, l'atmosfera,
          per non uscire da questo rebus.
          Dove sono il sole, le foglie, i fiori?
          Dov'è la felicità che inseguo
          E non trovo in questo spoglio mattino
          Specchio della mia arida vita?
          Eppure un tempo non era così
          La vita cresceva felice
          E con essa, le mie illusioni, le mie speranze.
          Ma come l'uragano stronca la vita nascente
          La delusione stronca le aspirazioni.
          Dove sono il sole, la luce, l'energia
          Che creano la vita?
          Dov'è lei che cerco ancora
          E non trovo in quest'alba vuota?
          Oliviero Widmer Valbonesi
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Widmer Valbonesi

            Il seme nell'oasi

            Ho chiesto un passaggio alla luna per guardare la terra
            Dal centro di essa, arrivavano solo messaggi di guerra,
            ho guardato, molto abbattuto, l'immensa luce del sole
            ho visto l'energia, la voglia di vita e far crescer le viole.
            Ho guardato attento, nel più profondo angolo del cuore,
            a cercare un germoglio d'affetto, di amicizia e d'amore.
            L'ho frugato, capovolto, interrogato; come un deserto
            Mi è parso, svogliato, amareggiato, disgustato e incerto.
            Poi, come in un oasi, il seme di vita, uno squarcio di luce
            Sei apparsa, tu, l'eterna speranza che sempre conduce
            Alla vita, alla beltà dello stile, alla libertà, sorriso solare
            di marzo! Sì, rivedo la pace, te, e il mio gusto d'amare.
            Oliviero Widmer Valbonesi
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Widmer Valbonesi

              Il ritaglio

              Avete mai provato, dopo
              un'immersione totale,
              nel vortice di una passione
              praticamente globale,
              a sentirvi a poco a poco,
              un semplice ritaglio?

              Stimato, amato, poi, quasi sopportato,
              un inutile ritaglio!
              Non il piccolo affresco che
              può riempire l'immensa parete,
              ma proprio il ritaglio, che rimane,
              come scarto di una rete.

              Piano piano ma, inesorabilmente,
              lo spazio nel suo diario,
              per quel piccolo ritaglio,
              lei lo cerca ormai, col calendario,
              non più la passione, la voglia d'amare,
              per cui tutto era secondario.

              E tu, piccolo ritaglio, soffri
              e subisci questa situazione,
              ti pieghi, con fantasia cerchi
              la prossima occasione ,
              ma in quella programmazione;
              c'è tutta la tua umiliazione.

              Può un piccolo ritaglio
              essere un insensibile egoista?
              Ma l'essere ritaglio, dando tutto di te,
              vuol dir che sei altruista.
              Se tu volessi lei, come semplice ritaglio,
              allora saresti l'egoista!

              Ma cosa vai a pensare, ma cosa
              vai cianciando? Povero ritaglio!
              Interrogarti se è stato tutto un errore ,
              o un semplice abbaglio.
              Questa è la vita, ci caschi sempre ,
              lo sai, sei tu, altro che sbaglio.
              Oliviero Widmer Valbonesi
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Widmer Valbonesi

                Libero

                Venerdì 1 marzo: w la libertà.
                Finalmente libero! Libero di non pensarti,
                libero di non desiderarti,
                libero di non essere geloso,
                libero di non soffocarti,
                libero di non aspettare un tuo squillo,
                libero di spaziare, libero di non soffocare,
                libero di non sopportare quei vuoti fine settimana,
                libero di non essere un tuo ritaglio,
                libero di non sentirmi burattino
                o burattinaio di una commedia
                già scritta nei reciproci egoismi,
                insomma sono libero, libero, libero.
                Lunedì 4 marzo: sono già schiavo della libertà.
                Ma che libertà è mai questa?
                Com'è brutta l'illusione della libertà,
                la libertà di stare da soli,
                a confrontarsi con il vuoto,
                la libertà di temere le passioni,
                la libertà di vivere l'effimero,
                la libertà di esaurirsi in una voglia di libertà,
                ...e poi, la libertà del rimpianto di cose perdute
                per il desiderio di libertà.
                La libertà di fare le piccole cose,
                quelle che ci piacciono tanto,
                quando viviamo un rapporto che sembra soffocarci,
                possono queste, poi, riempire
                il vuoto delle grandi emozioni,
                che può dare solo un vero amore ?
                La schiavitù dell'amore è la vera libertà!
                La schiavitù dei sentimenti è la vera libertà !
                La schiavitù di amarti è la vera libertà !
                La schiavitù di gioire per te è la vera libertà!
                La schiavitù di soffrire per te è la vera libertà!
                L'amore della libertà che ci riempie la testa,
                non sempre è migliore della schiavitù dell'amore,
                quella che ci riempie il cuore.
                Chi si illude, che l'amore della libertà
                produca la libertà dell'amore
                è schiavo dell'utopia della libertà,
                e... si ritroverà solo, incapace di amare,
                e... di essere amato.
                Oliviero Widmer Valbonesi
                Vota la poesia: Commenta