in Poesie (Poesie vernacolari)
Te sì strignuta a mme comm a rosa cchiù bella dò giardino,
ma quann te ne sì gghiuta me lassato sulamente spine dint ò core.
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Te sì strignuta a mme comm a rosa cchiù bella dò giardino,
ma quann te ne sì gghiuta me lassato sulamente spine dint ò core.
Nello splendore dei tuoi occhi
rivedo il tempo vissuto.
Nella gioia del tuo sorriso
odo il tuo incoraggiamento.
Nel battito del tuo cuore
l'amore che ci tiene legati.
Sei quell'istante infinito
in cui riusciamo a diventare Noi,
con gli occhi persi verso l'alto,
dentro un'aria che profuma di emozioni.
Avrei voluto non finisse mai,
perdermi e riconoscere in te
quel qualcosa di me che non avevo più.
Adesso sei un taglio di luce che riverbera
il mio cuore,
una ferita sul petto che lacera la mia anima,
quel crepuscolo della vita
senza il fiato dei tuoi primi respiri.
Continuo a baciarli i tuoi occhi
e un brulichio di sentimenti m'assale
tessendo per me ricami di desideri
oltre ogni tempo in una sete d'infinito.
Tu, universo lontano che guarda infiniti cieli
Io con lo sguardo pieno di silenzi
Noi cercando un velo di carezza da adagiare oltre il tempo.
M'incenerisci e mi rigeneri...
sei fiamma non fiammella
del fuoco che arde il tempo
e sei alito di vita,
quando mi respiri nella bocca
di sapore, di odore
e di sostanza...
che si fa carne
e carne che si fa anima.
Ho voglia di ritrovarti sempre,
in quegli istanti lunghi una vita,
muto di sangue che trema
nel meraviglioso, incessante delirio
del tuo essermi bisogno.
Ho bisogno
di sentirti mia
senza che un angolo di te
non passi per i miei occhi,
le mie mani, la mia bocca,
appendici di essenza
che mi nutrono profondamente.
Ho bisogno
di arrivarti al cuore
perché è lì che voglio morire,
fermando il tempo e i giorni,
dove tutto si spegne
nel silenzio di un amore eterno.
La notte è appena giunta
guarderò la luna
ma so che ti troverò
nel sole del mattino.