Scritta da: Patrice Sangiorgio
in Poesie (Poesie personali)
Sei
Ricordati che sei resto intimo.
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Ricordati che sei resto intimo.
Come sta l'angelo tossico
che ti aspetta
agli angoli nascosti
con gli occhi opachi?
Come stai tu che non puoi piangere?
Come sta il vecchio catarroso di bianchi sul vaporetto
custode di quel che resta di un amore venduto?
Come sta una madre che non è mai stata persona
guardando il proprio figlio, con la faccia gonfia, cadere e ricadere?
Come sta la tua donna che sta con uomini di trent'anni più adulti?
Quella che non hai più voglia di scopare?
Quella che hai tradito?
Quella che è sparita in un giorno, e tu hai lanciato sull'asfalto orsetti di caramella gommosa?
Come stanno i tuoi amici, che non trattengono il vizio di giudicare
quelli che ogni giorno tanto è uguale
quelli che non riesci a cercare per la fatica di farlo?
Come stai tu
che non devi piangere?
Così sarai
seme scagliato
in terra nuda
spazzata dal vento
schiuma che frigge
sulla rena
nervo d'uomo
che si radica tenace
alle ultime forze
nel vizio di capire
l'estasi di un lampo.
Strisce rosse sul corpo del cielo
chiedo rifugio
nelle oasi desolate
dei bar di provincia
dove
anche la solitudine è di seconda mano.
Speravo di salvarmi
nelle astinenze di tempo
dei luoghi pubblici
nelle sale d'aspetto di stazioni ferroviarie
nei cinema deserti
nei mezzanini tutti uguali della metropolitana
in camere d'albergo
mi salvo
nell'ingenuità degli uomini di fatica
nelle seduzioni di un secondo
nella fragile tenerezza degli anni che passano sul volto di persone care.
Papà
avrai sempre
il sapore
di una lacrima mancata
asciugata dal sole
che lontani
abbiamo diviso
qualche volta.
Stazioni ferroviarie deserte
voci scolorite
l'alfabeto giallo dei semafori
corri forte
a misurare la tua immagine riflessa nelle vetrine
cerchi una risposta
ma nascondi un
perché?
Il dolore
recide
la fodera delle parole
rimane
silenzio.
A chi dice amore
e pensa a parole di rugiada e pan di zucchero
arcobaleni di tepore
petali agli angoli di occhi fatui
io penso a brutte donne
destini segnati
vecchi froci bugiardi soli
lavori di merda
a chi mi racconta amore
io rispondo forte
amore sbeccato.
Un velo
nel tuo sguardo
coriandoli
il segno dimentico
di una speranza
nel cielo che precipita.