Scritta da: Pietro Saglimbeni
Conoscenza
Leggo nel libro
il dolore del mondo
pagine vuote.
Commenta
Leggo nel libro
il dolore del mondo
pagine vuote.
Da occhi spenti
sul ponte lungo fiume
verrà quel giorno.
Misuro passi
vedo alla finestra
volto di donna.
Alti cipressi
orizzonti perduti
un fiore giallo.
Gelida notte
l'ultima sigaretta
ti brucia dentro.
Odo dolore
passeri nella sera
senza domani.
Ascolto vento
nel silenzio dell'alba
ci sei ancora.
Nella tua mano vedo
tutte le mani del mondo:
la mano che scioglie
e la mano che lega,
la mano che chiama
e la mano che prega.
Annunciato antonellesco azzurro
ovale universale ammantato di mistero
dell'uomo non uomo che verrà
dal tuo ventre femminile
ombelico scoperto a passeggio
per le strade di Messina
o una città altra di antiche mura
e moderne virtù.
Oh la tua bocca di rosa chiusa oh la tua mano aperta che aspetta!
Tu aspetti il candido giglio
e ascolti l'ebraica parola
di un angelo o un uomo terreno
che accende il frutto nel seno
di te donna di ogni tempo
in ogni tempo madre di figli
che tornano a farsi verbo
e immagine immortale
ovale universale antonellesca e azzurra.
Nessun poeta al mondo
col suo fiume di parole
saprebbe mai dire
la bellezza del tuo cuore... donna!
Chi potrebbe rubare gli occhi
che guardano la bambola
dietro una vetrina, la mano
che pettina capelli artificiali
e la mano che asciuga lacrime vere... donna!
Nessun poeta è adatto,
ma neanche il pittore riesce,
a cogliere intera la tenerezza
di quei seni, l'ombra dei capezzoli, la curva
delle spalle che turba sogni e pensieri; come dire le intime radure di Venere,
vene d'acqua che dissetano
mani e cuore... donna!
Non bastano un fiume di parole, il marmo
del mondo, l'arte di Fidias,
del Canova per quando
guardi intenta, e pensi, e lavori come sai, Eva senza peccato
odorosa mela... e donna!