Argo, tu, vecchio cane d'Ulisse Tu, cieco e pieno di sordide zecche Udisti qualcosa nell'aria che disse È tornato, di certo, senza tema di pecche
È tornato, sentisti il lontano ricordo Uno schiaffo, dal naso perfora 'l cervello, sopito e nascosto immemore e sordo Ora è un urlo: di certo il suo odore era quello!
Qualcosa rimane di antichi ricordi Nelle menti dei bimbi ormai fatti lenti Di tiepide arie, di gialli tramonti
Di voli d'uccelli, di alberi verdi Presenze di madri, di antichi momenti Da bimbi contenti ai lor petti avvinti.
Lo so: anch'io ricordo un odore Che torna se cerco la pace e il conforto Che vorrei risentire in quel dolce tepore Ma l'intelletto mi fa questo gran torto
Ché quando ci pensa me lo fa disvanire. Conservo le foto, qualche vecchio filmino Un nastro che dice qual fu 'l tuo parlare Quel vecchio quaderno per il tuo bambino
I ricordi di cose mi ti fan ritrovare Di quando ridevi, di quando cantavi Di quando stavamo la sera a parlare
Ma solo un ricordo non so conservare Non so come nasconderlo in alberi cavi E quel caro odore pian piano scompare.
Guardo i tuoi occhi a cercare L'ombra del cuore d'allora: La tua forza di viver e d'amare
Dove i miei occhi trovavano allora E trovano, adesso, la pace e 'l ristoro.
Ora, tu sei nonna ai miei figli. Non so come presentar loro Quei tuoi dolci e cari consigli.
Sulla povera sedia rotella Or non vedi non senti non sei
La vita ti sembra ancor bella? Non so, ricordando qual eri Non lo so, vedendo qual sei!
Non posso credere che ora Sei tu che hai bisogno Di me, ma lo sento, come in un brutto sogno:
E sento un rimorso Per tutte le volte che (non) lo sapevo e non t'ho soccorso.
Vita breve, veloce, lontana, tiranna Che passa, che vola ed inganna! Già son più vecchio di come ricordo Te, quando bimbo, fanciullo, adolesco Guardavo, e tu mi davi 'l soccorso
Anche ora la vedo, forse più spesso ch'io crede Anche a me verrà questo peso che tu ora porti sì lieve.
I miei figli che già mi vedono vecchio Avranno anche loro i lor figli, ed io sarò come un tuo specchio
Tu piccola, grande vecchietta Morivi ed io ti teneva la mano
Riapristi i tuoi occhi coraggiosi e gentili Mi lasciavi: ti dissi ti amo E tu ancora tornasti al richiamo.
I tuoi sensi, il tuo cuore è ancor quello Più lento, più dolente è il tuo passo, che chiede pazienza, non canti d'uccello: Così la tua mente, dal muovere lasso Richiede rispetto al più lento suo passo.