Ho sognato che lei, seduta vicino al mio letto, mi sollevava dolcemente con le mani i capelli, facendomi sentire la gentilezza delle sue dita. Guardavo il suo viso, lottando con le lacrime che mi offuscavano lo sguardo, finché il languore delle sue dolci parole mi fermò il sogno, come una luce iridescente.
Credo d'averti visto in sogno prima di conoscerti, tali sono le precognizioni d'Aprile prima della pienezza primaverile.
La visione avuta da te non è venuta quando tutto era impregnato dal profumo del sal fiorito, quando lo scintillare del fiume al tramonto aggiungeva una frangia al biondeggiare della sabbia, quando i frastuoni dei giorni estivi vagamente s'intrecciavano?
Sì, ironica e sfuggente è stata la visione che ho avuto del tuo viso, in ore evase da ogni realtà!
Saranno pieni di preoccupazioni i tuoi giorni, se devi darmi il cuore. La mia casa, al bivio, ha le porte aperte, il mio pensiero è sempre assente, perché io sono un poeta. Non sento colpa per questo, ma te lo dico, se devi darmi il cuore. Se impegno con te la mia parole in canzoni e sono deciso a mantenerla, quando la musica tacerà, bisognerà che tu mi perdoni, perché la legge decisa a maggio la violo volentieri in dicembre. Non rifletterci troppo, se devi concedermi amore. Finché i tuoi occhi canteranno l'amore e la tua voce comunicherà la gioia, le mie risposte alle tue domande saranno sempre appassionate, anche se non precise. Vanno credute per sempre e poi per sempre dimenticate.
Come in un sogno, l'amore viene con passi silenziosi.
Quando lei partì, la porta cigolò, mi affrettai per richiamarla indietro, ma il sogno diventò impalpabile, dileguandosi nel buio. Un tremare di luce da lontano, un miraggio, come sangue, rosso!
Viaggiai per giorni e notti per paesi lontani. Molto spesi per vedere alti monti, grandi mari. E non avevo occhi per vedere a due passi da casa la goccia di rugiada sulla spiga di grano.
Mi hai fatto senza fine questa è la tua volontà. Questo fragile vaso continuamente tu vuoti continuamente lo riempi di vita sempre nuova.
Questo piccolo flauto di canna hai portato per valli e colline attraverso esso hai soffiato melodie eternamente nuove.
Quando mi sfiorano le tue mani immortali questo piccolo cuore si perde in una gioia senza confini e canta melodie ineffabili. Su queste piccole mani scendono i tuoi doni infiniti. Passano le età, e tu continui a versare, e ancora c'è spazio da riempire.
Donna, non sei soltanto l'opera di Dio, ma anche degli uomini, che sempre ti fanno bella con i loro cuori. I poeti ti tessono una rete con fili di dorate fantasie; i pittori danno alla tua forma sempre nuova immortatlità. Il mare dona le sue perle; le miniere il loro oro, i giardini d'estate i loro fiori per adornarti, per coprirti, per renderti sempre più preziosa. Il desiderio del cuore degli uomini ha steso la sua gloria sulla tua giovinezza. Per metà sei donna, e per metà sei sogno.
Amica mia, questa sera mi sembra che, attraverso mondi innominabili dove già siamo vissuti, abbiamo lasciato il ricordo della nostra unione, Tu e Io. Quando leggo antiche leggende, ispirate da passioni spente, oggi, mi sembra che una volta eravamo una persona sola, Tu e Io e che la memoria ritorni a quel tempo...
Forse c'è una casa in questa città dove la porta s'apra per sempre questa mattina al tocco dell'aurora, dove lo scopo della luce è raggiunto.
I fiori sono sbocciati nelle siepi e nei giardini, e forse c'è un cuore che in essi ha trovato questa mattina il dono che era in viaggio da un tempo infinito.