Sei fuori in questa notte burrascosa per il tuo viaggio d'amore, amico mio? Il cielo geme come chi è disperato. Non riesco a dormire questa notte. Ogni tanto apro la porta e guardo fuori nell'oscurità. Davanti a me non vedo nulla. Mi chiedo dove sia il tuo sentiero.
Da quale buia riva di nero fiume da quale lontano limitare di oscura selva per quali intricati abissi di tenebre stai camminando per venire da me amico mio?
O stolto, che cerchi di portare te stesso sulle tue spalle! Mendicante, che vieni a mendicare alla porta della tua casa!
Deponi ogni fardello in queste mani che tutto sanno sopportare, non voltarti mai indietro a guardare il passato, con rimpianto.
Il desiderio subito spegne la fiamma d'ogni lampada che sfiora. È empio - non prendere doni dalle sue mani impure. Accetta soltanto quello ch'è offerto dall'amore.
Nubi su nubi si addensano e si fa buio. Amore mio, perché mi lasci tutto solo sulla porta ad aspettarti?
Nei momenti più intensi del lavoro durante il giorno sto tra la gente ma in questo momento così buio e desolato solo in te posso sperare. Se non mi mostri il tuo volto se mi lasci qui in disparte non so come riuscirò a sopportare queste lunghe ore di pioggia.
Osservo in lontananza l'oscurità del cielo e il mio cuore gemendo vaga col vento inquieto.
Calma, calma questo cuore agitato, tu, notte tranquilla di luna piena. Troppe gravi preoccupazioni, più e più volte gravano sul mio cuore. Versa tenere lacrime Sopra brucianti pene. Con i tuoi raggi argentati, portatori di sogno e di magia, morbidi come petali di loto, o notte, vieni, accarezza tutto il mio essere e fammi dimenticare tutte le mie pene.
Tu mi hai fatto conoscere amici che non conoscevo Tu mi hai fatto sedere in case che non erano la mia. Chi mi era lontano oggi è vicino e lo straniero è divenuto mio fratello...
Colsi il tuo fiore, oh cielo! Lo strinsi al cuore e la spina mi punse. Quando il giorno svanì e si fece buio, scopersi che il fiore era appassito ma il dolore era rimasto.
Altri fiori verranno a te, con profumo e con fasto, oh cielo ! Ma per me è passato i l tempo di cogliere fiori; nella notte buia non ho più la mia rosa, solo il dolore è rimasto.
Non celare il segreto del tuo cuore, amico mio. Dillo a me, solo a me, in segreto. Tu che sorridi tanto gentilmente, sussurralo sommessamente, il mio cuore l'udrà, non le mie orecchie.
La notte è fonda, la casa è silenziosa, i nidi degli uccelli son coperti di sonno.
Dimmi tra lacrime esitanti, tra sorrisi titubanti, tra dolore e dolce vergogna, il segreto del tuo cuore.
Dimmi se questo è vero, amore mio, dimmi se questo è tutto vero. Quando questi occhi scagliano i loro lampi le oscure nubi nel tuo petto danno risposte tempestose. È vero che le mie labbra son dolci come il boccio del primo amore? Che le memorie di mesi svaniti di maggio indugiano nelle mie membra? Che la terra, come un'arpa, vibra di canzoni al tocco dei miei piedi? È poi vero che gocce di rugiada cadono dagli occhi della notte al mio apparire e la luce del giorno è felice quando avvolge il mio corpo? È vero, è vero che il tuo amore viaggiò per ere e mondi in cerca di me? Che quando finalmente mi trovasti il tuo secolare desiderio trovò una pace perfetta nel mio gentile parlare nei miei occhi e nelle mie labbra e nei miei capelli fluenti? E dimmi infine se è proprio vero che il mistero dell'infinito è scritto sulla mia piccola fronte. Dimmi, amor mio, se tutto questo è vero.
Quando mi comandi di cantare, il mio cuore sembra scoppiare d'orgoglio e fisso il tuo volto e le lacrime mi riempiono gli occhi. Tutto ciò che nella mia vita vi è di aspro e discorde si fonde in dolce armonia, e la mia adorazione stende l'ali come un uccello felice nel suo volo a traverso il mare. So che ti diletti del mio canto, che soltanto come cantore posso presentarmi al tuo cospetto. Con l'ala distesa del mio canto sfioro i tuoi piedi, che mai avrei pensato di poter sfiorare. Ebbro della felicità del mio canto dimentico me stesso e chiamo amico te che sei il mio signore.