Petali sepali e spine conservo ogni minuzia che ti disegna riso, cipiglio, fruscio invisibile mani bambine nell'adagio di uno spartito Giù la chiave, nel solito antro dove una corale canta a più toni un silenzio straniero Contemplo il tuo giardino, di sera eccoli i boschi smisurati che si frappongono agli occhi nell'ora in cui si le finestre s'accendono Le vie desolate, avidi passi ho percorso guardandomi indietro... che pena quel quadro anonimo appuntato a un chiodo di vento! T'ho vista scendere dagli ultimi istanti e la foschia m'ha preso la mano un pezzo di vita s'è addormentato sul caldovuoto del tuo cuscino Mi dileguo insieme alla notte ma un fragore prende a confondermi... c'è una chiusa che bussa alla porta.
Non t'ho ancora detto come ti amo mentre ero troppo presa dall'amarti
Ma tu sai, certo che tu lo sai com'è precipitata la mia anima nella tua vita Sai che ti bramo, di sguardi più vasti degli occhi carezze, di mani smisurate pensieri, che traboccano e travaso nei sogni
Ti amo come sa fare un bacio che entra nel carattere e una parola che il pronunciare subito rende carne
Mi unisco a te per non contare il tempo Sai, forse le anime non muoiono.
Verrò fuori da questa muta mi vedrai scendere dal ramo unico frutto rimasto, fuori stagione stanco, al gioco del vento con la pioggia
Mi laverai l'odore della stasi e di vaniglia mi coprirai con gli occhi saremo effluvi di spore e grovigli di grano gridi di rondini e ronzare d'api
Tutto il giardino feconderemo di acque contagiose sciami di uccelli sbocceranno gli stami si gonfieranno dei pistilli e sangue caldo sveglierà i serpenti
Confusione d'amore, ordine antico anche tu sai che non si spiega.