In mille volti parlanti in un freddo cielo stellato in tante gocce di vita fremente vago alla ricerca di te.
Ti intravedo, ti sfioro appena, anelo a catturarti, ad averti con me... sfuggi, come un pensiero sospeso, inafferrabile, come il vento che danza.
Eppure sei qui, vivo e pulsante, non è fantasia il mio sentire, indossi sembianze di sogno, di quelli che danno calore che quando ti svegli vorresti serbare per sempre vincendo l'oblio che offusca i ricordi.
Ti sto cercando, avvicinati, avrò tanta cura di te, ti nutrirò, mio germoglio per non farti appassire e nelle mie mani sarai sempre una giovane vita.
Mi hai fatto vibrare anima, corpo e pensieri, con il tuo essere, con il tuo fare genuino, immediato, selvatico, puro.
Un volto dipinto, una voce toccante, le tue parole, sublimi e triviali, sincere, in scenario creato...
Passione, melodia di sensi, fantastico turbinìo di emozioni che girano forte, gemendo, nella sensuale, ludica danza del dare ed avere.
Voglio vederti, devo sfiorarti, fermarti, tenerti... stampare su te le mie labbra, adagiare su te il mio profumo, godere il tuo essere intenso, aprire le gemme ormai colme di tutto l'ardore di te.
Basta solo un attimo ad infrangere un sogno nato come d'incanto in un altro magico attimo. E tutto ritorna incolore, smorto, velato, stordito, finito.
E l'anima così percossa e sola ormai, comprende quanto tutto sia effimero, fragile, inafferrabile. Hai creduto, hai gioito, ti sei messa in gioco e tutta te stessa hai offerto. Ancora non credevi alla leggerezza umana o ti credevi forte per affrontarla ancora...
Dici "basta così, non sarò più io, non lascerò più che qualcuno possa ferirmi e passare oltre, sarò un'altra, sarò indifferente, roccia, senz'anima".
Sbagli... no, non ci si abitua al senso di vuoto che lascia un'invana attesa.
Ti trovo ovunque ti vedo sempre, quando raccolgo i miei pensieri e mentre spargo le mie parole.
Ci sei anche tu nel mio agire, ti muovi muto accanto a me, mi prendi per mano se non so dove andare e mi segui col sorriso nei miei passi decisi.
Ci sei nella mia ragione e quando mi trasporta l'impulso, se, stanca, mi fermo e piango o se con forza sfido gli eventi.
Ti rivedo se mi guardo allo specchio e oltrepasso i miei occhi, se mi rapisce un tramonto o se chiudo gli occhi e sogno.
Tra la folla mi appari, e nei luoghi deserti che amo di più.
Non ho potuto dirti addio, non ero lì con te, ma frammenti di te, magici e luminosi come una miriade di stelle, non mi abbandonano mai, al di là del tempo...
I bambini ringraziano quanti vedono in loro il futuro del mondo, un futuro su cui investire in termini di cambiamento; un cambiamento che si traduce nell'abbattimento delle disuguagluanze, dei soprusi, dell'odio e dell'indifferenza e in una giustizia capace di tutelare i diritti di ogni singola persona, senza distinzione alcuna.
Ringraziano gli adulti che si battono per un mondo in cui ogni bambino e ogni bambina abbiano le medesime opportunità di diventare protagonisti del proprio futuro, mentre tristemente oggi per molti di essi la negazione dei diritti è la vera norma di vita.
I bambini ringraziano chi li educa al rispetto dell'altro, al rispetto della diversità e alla coscienza di essere parte di un mondo che è umanamente dignitoso solo se ognuno si sente parte di esso.
Ringraziano chi non prova scioccamente a fare di loro innaturali miniature degli adulti, ma cerca di comprendere il mondo dell'infanzia, così ricco e straordinario.
Ringraziano chi li protegge dagli abusi, dalle discriminazioni, dalle guerre eda ogni sorta di aberrazione. I bambini ringraziano chi si prende cura di loro con dedizione, nella normalità, ma anche nella malattia, nella fame e nella povertà.
Quanta vita mi hai preso, quanti giorni vissuti nell'assurdo, quante notti insonni e minacciose, quanti suoni martellanti e parole versate addosso come piene di fiumi violenti.
Raffiche di parole orribili per ricordarmi che eri sempre lì, che mai avresti mollato, anche a costo di vedermi morire, vedermi morire dentro o morire del tutto.
Io che mi sento e sempre mi sono sentita come albero dritto e fiero, che si fa spezzare dalla tormenta ma non si china al suolo. No, non mi chino alla tua furia, alla tua volontà pazza e meschina, preferisco ferirmi e spezzarmi.
E questo ti accresce ancor di più la rabbia e l'ostinazione di volere qualcosa che non ti è dovuto, e ancor meno ti è dovuto quel rispetto di cui tanto vorresti riempirti.
Non hai dignità di persona, strisciante sei, come verde serpe, preda di mostruosità di pensieri che creano violenze e soprusi, un agire cieco, sordo, folle...
Quanta vita mi hai tolto, quanti segreti rubati e mortificati, quante pressanti minacce, e ricatti, quanti bui momenti e giornate buttate, tutta vita percossa, sprecata.
Un abisso, sì, un abisso, si schiuda improvviso sotto il tuo passo. Quanta vita mi hai preso... e quanta ancora potrai?