Sarà facile stampare tanti soli sulla faccia calare la maschera cieca e sorda che non preferiva sapere mi farò stringere da tentazioni sornione e da un amore inquietante senza abitare paura mi vestirò danzando di gioie nel cuore tutti i minuti di questi giorni respingerò i tuoi capelli imprigionerò sulle labbra il sapore del miele selvaggio del buoi padrone del vento desidero tu assista la mia ombra tu mi senta nell'aria se poi mi leghi la vita col tuo sguardo intrigante circondarmi di un oceano sarà facile. Forse non ti racconterà più la penna innamorata novelle che non vuoi sentire spero questo cuore dorma si culli di sospiri si culli di parole si culli di amore si culli di tremori si culli di amplessi regalati, dette, dato, passati, caldi. Mi coccolerò alla luce di cere carezzata da musiche lente indosserò i nostri odori se i giorni di domani non ti avranno sul muro scorrono i giorni di ieri e li amo voglio il coraggio del nome che mi moriva fra le righe Francesco. Vigile nella testa ai primi soli m'accompagna zuccheroso nei bui teneri Francesco. Risulto dall'acqua lucida di vinti timori non sarai musa virtuale in mezzo alle parole Francesco. Per un poeta è un osare raro creatura intatta offro oggi rivelo al foglio Francesco.
Ruffiano smeraldoso intricate rame come lunghe braccia al suolo scese. Celi degli amanti i vezzi acquattati al ceppo da occhiate ladre di mai complici passioni.
M'hai portato a vedere la luna sul colle buio era grande, era bianca e tonda tra le fronde metallose mi scopriva allora. In quel fresco gentile il tempo ci somigliava mentre la sua pelle era mia cento fragranze nate inventavano accoglimenti nuovi. Guardavo l'immensa luna io ero più bella di lei.