Le migliori poesie di Vera Somerova

Nato a Brno (Repubblica Ceca)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi e in Umorismo.

Scritta da: Vera Somerova

L'ultima pesca

Il mare è verde
Oggi.
Un battello arranca
Stancamente
Tra le onde.
Vorrebbe fenderle
fieramente
Domarle
con la forza
della gioventù
perduta da tempo
Rosseggia la ruggine
dello scafo
popolato
da alghe
e molluschi.
Il fumo sbuffa
Lento
Dipingendo
Nuvole grigie
Qua e là.
Un marinaio
uscito da una vecchia
pellicola
Scruta l'orizzonte
Il sole è alto
E neanche un soffio di vento
"Dove andiamo, vecchio mio
in questa bonaccia schifosa?
Neanche un ghiozzo,
entrerà nella rete..."
La barca scricchiola
come le ossa
del suo capitano.
Sul lato destro
riposa una sirena
dai lunghi capelli
verdastri
Mezza mangiata
dalla salsedine
Mollemente adagiata
Con l'occhio privo di pupilla
osserva la stesa d'acqua
malinconicamente.
"Canta, Sirena!
Il tuo vecchio è di nuovo
nel mare
E dicevano che
Non potevo...
Non ero in grado...
Vecchio...
Privo di forze
e buono solo
per l'ospizio
a giocare a scala quaranta
con quei rimbambiti...
E dicevano
che tu
eri ormai andata...
Un ferro arrugginito
Da rottamare...
Ed invece
scivoli tra le pieghe
marine
Tintinni di conchiglie,
profumi di pesca...
Canta, Sirena!
Ammalia il mio cuore
Di libertà
Per l'ultima volta.
Non è tempo per omelie
Non è la fine di un vecchio
Mi permettano,
Signorie vostre,
un'ultima pesca,
un piatto di paranza
e poi...
Ve lo prometto
vado a letto.
Spengo la luna
Mi copro
con il cielo stellato...
E domani
Il carro del sole
Tra lingue di fuoco
Nella sua corsa eterna
Canterà un requiem
Soavemente."
Vera Somerova
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    Scritta da: Vera Somerova

    Pantera

    Lucido
    Le mie unghie
    Affilate come
    scimitarre
    dei feroci saladini
    Mi specchio
    nel loro grigio perlato
    d'acciaio damaschino
    Lampeggiano gli occhi,
    fari abbaglianti,
    tremolanti segnali
    delle navi
    sperse tra oceani
    in burrasca.
    Che bramo
    Io?
    Ho già fatto a brandelli
    il passato
    Addentato saldamente
    il presente.
    Deposto in fondo all'armadio
    la mia pelle umana
    decorata da immagini
    d'inutili pellegrinaggi
    ai pendii
    delle montagne sacre.
    Ora
    sfoggio
    voluttuosa
    lucida
    pelliccia nera
    sul corpo di donna
    dal cuore di pantera.
    Vera Somerova
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      Scritta da: Vera Somerova
      Cattiva ragazza,
      cosa vorresti fare?
      Giocare con i sentimenti?
      Nel mare affogare?

      Cattiva ragazza,
      tu non hai pietà,
      ti vesti da pazza,
      non vuoi serietà...

      Cattiva ragazza,
      ascolti la musica
      ed ogni cosa poi,
      la vedi comica...

      Cattiva ragazza,
      fammi capire
      se piangi o ridi?
      Ti vorrei rapire
      e portarti con me
      sulle ali della libertà,
      dove il mondo dorme,
      dove esiste la pietà,
      dove è ancora lecito
      piangere d'amore...
      Toccare l'infinito
      e denudare il cuore...

      Cattiva ragazza,
      fanciulla invecchiata,
      sei una brutta razza,
      da sempre innamorata...

      Cattiva ragazza,
      hai promesso e giurato,
      che mai un'altra volta
      avresti amato!

      Cattiva ragazza
      vorrei saperti spietata,
      colma di odio acre,
      altera e desiderata...
      Non cadere ancora
      tra le mani di un uomo,
      tu, una fragile anfora,
      la guglia sopra il duomo...

      Oh, cattiva ragazza,
      invoca il tuo Dio,
      e posa la tua bocca
      sopra quel cuore mio!

      Io, cattivo ragazzo
      io, l'uomo navigato,
      io che poi mi incazzo
      perché non ho amato...
      Oggi ti guardo solare
      ed i miei sentimenti
      come il ghiaccio polare,
      come un nido di serpenti,
      dentro mi annientano tutto!
      Me, l'uomo ormai finito,
      ragazzo cattivo e brutto
      dal tuo amore sconfitto...

      Cattiva ragazza,
      perdonami, se vuoi...
      e stringi le mie mani
      e domandami un poi...
      Forse c'è un domani...
      tra me e te...
      tra di noi...
      Vera Somerova
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        Scritta da: Vera Somerova

        Tormento dell’umanità

        Eccomi qua... mi presento:
        Dell'umanità io sono il tormento!
        Dell'albero secolare sono il fusto,
        e sono divino... un cesare augusto!
        Eccomi qua, gioite, piccoli sciocchi!
        Io sono i vostri sensi e sono i vostri occhi!
        Io sono il sapore di una nera sconfitta,
        l'ultimo capitolo della vostra vita...
        Io sono quello che vi ricorda che cosa fare...
        Io sono colui che dovreste solo pregare!
        Sono la luce nel cielo, l'aurora boreale...
        Io sono il vostro sangue, la linfa vitale...
        Si tratta di un ruolo che non ho scelto,
        e mi ci trovo, controvoglia, fino ad adesso...
        Vi devo confessare che ero poco svelto,
        ed ogni tanto temo di esser stato fesso...
        Io...
        non odoravo di zolfo e non avevo i lampi!
        Io non puzzavo di pesce
        e non mangiavo gli scampi...
        Io non mi sentivo un angelo caduto dal cielo,
        ed a dire il vero...
        non ero poi tanto bello...
        e non urlavo e non dicevo le parolacce,
        e non amavo per poi dire:
        "non mi piace"...

        Oh si, lui...
        lui lo faceva...
        e come un pazzo godeva!
        E quando in flagrante l'hanno preso:
        Rideva!
        Sì, quella volta che era andato con una puttana:
        nessuno lo ha più visto
        per un'intera settimana!
        Ma lui era grande, poteva tutto...
        Lui era... Satana!
        Lui... ogni atto lo compiva con una speciale foga;
        e si sentiva nobile,
        un principe vestito di nera toga...
        Ma poi lo hanno scoperto e dal paradiso cacciato
        e lui fece le valigie....
        e sbeffeggiandomi:
        se n'è andato...

        Io...
        sono rimasto con un triangolo in testa
        a contare gli angeli vestiti da festa!
        Che noia divina, la notte dei tempi,
        che calamità!
        Adamo inventai, poi Eva...
        e dopo tutta l'inutile umanità...
        Ah, se avessi saputo quello che stavo facendo!
        Senza pensare al dopo e scherzando e ridendo,
        piuttosto avrei creato un altro pianeta!
        Ma ero ignaro e la terra mi sembrò perfetta...
        e così da allora io vi perseguito:
        Perseguitato!
        Pensate soltanto alle volte
        che mi avete chiamato,
        pregandomi e gridando il mio nome invano:
        nel mentre mi riposavo,
        tranquillo,
        sul divano...

        Io vi ho creati a mia immagine e somiglianza,
        ecco perché ancora non ho perso la speranza
        e non vi ho eliminati tutti dalla faccia della terra!
        E fino a quando ci sarà una sola anima sincera,
        non vi manderò i fulmini e le saette!
        Giocate pure tranquilli a tre sette,
        bevete il vino e fumate le sigarette...
        e proliferate e moltiplicatevi contenti...
        e mentite e picchiatevi sui denti!
        Uccidetevi e violentate i bambini,
        voi, poveri stolti, voi vili cretini!
        Voi, criminali, bastardi e maiali...
        Voi, pieni di soldi, privi di ideali!
        Voi che andate in chiesa a supplicarmi
        e con i vostri cuori pensate di fregarmi?
        Voi, che immaginate che con un'elemosina
        i vostri peccati diventino una cosa minima...
        Oh, voi che scagliaste la prima pietra,
        su Maddalena... in quella notte tetra...
        Voi, pieni di voglie e di desideri repressi
        di montarvi l'un l'altro tra i cipressi...
        Mi fabbricate le chiese, piene di altari
        dove mi invocate, voi, emeriti somari!
        Ma io sto nell'aria, mi trovo nella neve,
        e voi non lo sapete
        ma mi respirate lieve
        come una polvere da strada...
        Ed io...
        Volo!
        Nelle acque del mare poi nuoto:
        da solo!
        Mi sdraio nella sabbia ed ammiro il sole
        e voglio solo gente che con il cuore
        mi vuole!
        Io sono un uccello che canta in paradiso,
        e sono un sorriso sopra il vostro viso...
        Io sono una rosa, un fiore profumato,
        Io sono un'ape che vola sopra il prato,
        Io sono una formica, un cane dimenticato,
        Io sono la piaga sul petto di un mentecatto...
        Mi piacciono le canzoni e detesto i vanti
        ed odio i mea culpa e non sopporto i pianti!
        Voi,
        gregge di gentaglia di animo piccino,
        voi, che credete d'avermi vicino...
        Ma quanto vi sbagliate,
        voi altri,
        sul conto mio!
        Ora basta!
        Tremate!
        Farò il Dio!
        Vera Somerova
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          Scritta da: Vera Somerova

          Vento

          Vento...
          Rabbioso
          Prepotente
          Sbatte i panni stesi:
          bandiere malinconiche,
          memori
          del glorioso passato
          d'indumenti di lusso.
          Vento...
          Scuote le antenne
          s'insinua tra le vesti,
          solleva le gonne,
          scompiglia le chiome
          dei passanti infastiditi.
          Vento...
          Finge d'accarezzare
          il tronco mezzo marcio
          del vecchio pino,
          lo abbraccia,
          lo inganna
          con melodie dolci
          e subdolo,
          mentitore,
          fulmineo...
          gli ruba le pigne
          più grosse
          per colpire
          un gatto rosso
          sornione sul muretto
          di calcestruzzo
          mezzo sbocconcellato.
          Un giovane gabbiano
          svolazza tra le foglie
          rapinate al gelsomino;
          è forse al suo primo volo...
          Le piume pesanti
          dall'inesperienza
          La voglia di volare
          ed atavica fame
          più forti del terrore
          di cadere.
          Vento lo sa...
          Si concentra
          apparentemente
          su un aquilone;
          Flagella la vela
          del surfista
          Con dita trasparenti
          solleva lo scafo
          e cerca di rovesciarlo...
          Il ragazzo è figlio
          di Poseidone,
          indomito,
          saldo sulla tavola
          con le gambe snelle
          cavalca l'onda.
          Vento...
          Vira repentino
          e torna, vendicativo
          verso chi vola
          contro il suo volere.
          Ci pensa un po'
          Studia la sua preda
          Le gira intorno
          Il giovane gabbiano
          arranca tra le sue folate
          Vento
          gonfia le guance
          per un attacco decisivo
          Tendo le mani
          in un tentativo
          d'inutile difesa
          Vento
          m'investe
          con le piume strappate
          e disperato sbattere d'ali
          Vita contro natura...
          e
          d'improvviso
          la salvezza
          in un tuffo spericolato,
          tra i bianchi monti agitati
          del mare cobalto...
          Vento
          adirato
          rovescia
          lo stendibiancheria
          mezzo arrugginito
          della dirimpettaia
          ed in una dubbia rivincita
          s'impossessa
          delle sue mutande
          Le solleva in alto
          le gonfia di vita
          ed io,
          incantata, battezzo
          l'audace volo
          d'uno strano cormorano
          a righe rosa
          con un cartellino XXL
          appiccicato
          sul fiero becco.
          Vera Somerova
          Composta lunedì 31 maggio 2010
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            Scritta da: Vera Somerova

            Mi hai mangiata

            Volevi mangiarti la mia vita
            come se fosse una patata...
            e quando non l'hai digerita
            nel cesso l'hai vomitata...
            Ma non ti sei arreso...
            hai voluto un panino!
            L'eterno incompreso...
            tu... l'uomo bambino...
            E le montagne di gelato
            da solo avresti scalato
            per poi sentirti realizzato
            dentro un whisky stagionato...
            E mi hai morsa e divorata
            a quattro venti sbandierata...
            E mi bramavi...
            Mi esibivi...
            E mi volevi
            e mi hai avuta...
            E mi dicevi:
            "Hai la bocca di frutta"...
            Ma chi sei?...
            Un supermercato?
            Sei delicato
            come un carro armato!
            E mi hai mangiata
            e mi hai posseduta
            e mi hai amata
            e mi hai venduta...
            Tu, Giuda traditore!
            Mi hai donata,
            in un paio d'ore,
            al primo venuto...
            Al primo conquistatore...
            Vera Somerova
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              Scritta da: Vera Somerova

              Guardami

              Guardami
              Guardami!
              Non mi vedi?
              Io sono la tenda
              che scosti con la tua mano
              per guardare il cielo...
              E sono il cuscino sul divano,
              e sui tuoi occhi sono il velo
              del sonno improvviso...
              E sono la lacrima
              che ti scende sul viso...
              quando stanco e solo
              lavori e mediti...
              Guardami!
              Sopra di te io volo!
              Dei tuoi disegni inediti,
              mi beo golosamente...
              E nel mio guscio poi
              mi riempio la mente
              del tuo dolce sguardo...
              Guardami!
              Dimmi quello che vuoi!
              Innamorami!
              Io... innamorata
              ti guardo...
              Vera Somerova
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                Scritta da: Vera Somerova

                Era lì sola

                Era lì sola...
                un desiderio in testa...
                La mente che vola
                a quel che le resta...
                Era lì... sola...
                ed intorno la gente
                che pregava per lei...
                Era lì... sola...
                ed invocava gli Dei...
                Era lì impaurita
                e forse intenerita...
                Un groppo in gola
                ed in mano una pistola...
                Era lì... vendetta nel seno
                Era lì... colma di veleno
                Era lì... come in un film giallo
                attendere che un gallo
                gridi ancora il suo canto mattutino...
                Era lì... davanti a casa di un cretino...
                Era lì... preda e predatore
                Era lì... in attesa da ore
                Era lì... e sperava in chissà cosa
                Era lì... in mano una rosa...
                Una rosa ed una pistola
                ed il solito groppo in gola...
                Era lì... una donna tanto bella
                Era lì... lei... cenere di una stella
                e negli occhi la luce che brilla...
                Solo riflessi di quella pistola...

                e prese la rosa e la mise per terra...
                Lei, orchidea cresciuta in una serra...
                Chiuse gli occhi e per l'ultima volta:
                Pianse... bestemmiò...
                Si dette della stolta...
                e poi quella vita che credeva scempia
                ad un colpo affidò...
                e si sparò nella tempia...
                Vera Somerova
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                  Scritta da: Vera Somerova

                  Poesia

                  Poesia...
                  Dell'anima melodia
                  Profumo d'infinito
                  Il pianto mai sopito
                  Poesia...
                  divorante angheria
                  Maschera d'arlecchino
                  Cinguettio del cardellino
                  Poesia...
                  Esilarante eresia
                  Gara senza traguardo
                  Bestemmia
                  priva di riguardo.
                  Poesia...
                  Un'incipiente pazzia
                  Crudeltà del foglio bianco
                  Affanno del cuore stanco
                  Poesia...
                  Fustigante furia
                  Un ricordo attempato
                  Un ricamo raffinato
                  Poesia...
                  Un'illuminata follia
                  Un seme che nasce
                  in terra brulla
                  Un chiodo
                  piantato
                  nel muro del nulla.
                  Vera Somerova
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                    Scritta da: Vera Somerova
                    Il fumo grigiastro di una sigaretta
                    un tango bramoso balla nell'aria...
                    Il tuo viso su una fotografia
                    mi conferma che non hai fretta
                    di uscire dalla mia vita vuota...

                    Ah, quanto è desolante
                    quell'attesa da mendicante!

                    Io tento di sopravvivere...
                    Nell'anima spalmo la marmellata
                    e sopra metto una fetta di prosciutto...
                    Quella di mirtilli...
                    l'ho sempre odiata...
                    Un pezzo di pane e rifinisco il tutto
                    con una torta ed una bottiglia di vino...
                    Nel miele impasto le mie pene
                    e sdraiata osservo la chioma di un pino...
                    Non so ancora se tagliarmi le vene
                    per assaporare che dalle mie ferite
                    gocciola il sangue colorato di rosso...
                    e vorrei urlare un insensato verbo...
                    e vorrei fuggire più lontano che posso...
                    Vorrei non avere il rancore che ti serbo...

                    Con una voce d'argento vorrei pregare...
                    Io... una poiana che non sa più volare...
                    Vera Somerova
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