Scritta da: Alessio Benedetti
in Poesie (Poesie d'Autore)
Se possiamo, onoriamo
L'uomo verticale, anche se non stimiamo altri
Che l'uomo orizzontale.
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Se possiamo, onoriamo
L'uomo verticale, anche se non stimiamo altri
Che l'uomo orizzontale.
Il male senza voce
Prese a prestito il linguaggio del bene
E lo ridusse a mero rumore.
Le facce comuni nei luoghi pubblici
Sono più sagge e più belle
Dei volti pubblici nei luoghi privati.
Il palmo offerto per il benvenuto:
Guarda! Per te
ho disserrato il pugno.
Una sera che ero uscito a spasso,
a spasso in Bristol Street,
sul lastrico le folle erano campi
di grano pronto per la mietitura.
E lungo il fiume in piena
udii un innamorato che cantava
sotto un'arcata della ferrovia:
"l'amore non ha fine".
"Io ti amerò, mio caro, ti amerò
finché la Cina e l'Africa s'incontrino
e il fiume schizzi sopra la montagna
e per la strada cantino i salmoni".
"Io ti amerò finché l'oceano sia
ripiegato e steso ad asciugare
e vadano la sette stelle urlando
come oche in giro per il cielo".
"Come conigli correvano gli anni
perché io tengo stretto fra le braccia
il Fiore delle Età
e il primo amore al mondo".
Ma tutti gli orologi di città
si misero a vibrare e rintoccare:
"Oh, non lasciarti illudere dal Tempo,
non puoi vincere il Tempo".
"Nelle tane dell'Incubo,
dove Giustizia è nuda,
dall'ombra il Tempo vigila
e tossisce se ha voglia di baciare".
"Tra emicranie e in ansia
vagamente la vita cola via
e il Tempo avrà vinto la partita
domani o ancora oggi".
"In molte verdi valli
si accumula la neve spaventosa;
il Tempo spezza le danze intrecciate
e dell'alteta lo stupendo tuffo".
"Oh, immergi nell'acqua le tue mani,
giù fino al polso immergile
e guarda, guarda bene nel catino
e chiediti che cosa hai perduto".
"Nella credenza scricchiola il ghiacciaio,
il deserto sospira dentro il letto
e nella tazza la crepa dischiude
un sentiero alla terra dei defunti".
"Dove i barboni vincono bei soldi
e il Gigante fa le moine a Jack
e l'Angioletto è un nuovo Sacripante
e Jill finisce giù lunga distesa".
"Oh, guarda, guarda bene nello specchio,
guarda nella tua ambascia;
la vita è ancora una benedizione
anche se benedire tu non puoi".
"Oh, rimani, rimani alla finestra
mentre bruciano e sgorgano le lacrime;
tu amerai il prossimo tuo storto
con il tuo storto cuore".
Era tardi, già tardi quella sera,
loro, gli amanti, se ne erano andati;
tutti i rintocchi erano cessati
e il gran fiume correva come sempre.
Più svelto, macchinista, e fammi in fretta
la Springfield Line sotto il sole splendente.
Via come un razzo, non fermarti mai
finché non freni in Grand Central, New York.
Perché ad aspettarmi c'è laggiù,
in mezzo a quel salone, colui che fra tutti amo di più.
Se non è lì quando arrivo in città
starò sul marciapiede e piangerò.
Perché è lui che voglio rimirare,
l'acme di perfezione e di bontà.
Se mi serra la mano e mi dice "ti amo",
ed è per me un fenomeno sublime.
I boschi sono tutti verdi e lustri ai lati del binario
; anche gli alberi hanno i loro amori, pur diversi dal mio.
Ma il povero banchiere vecchio e obeso, in carrozza di lusso,
non ha nessuno che lo ami eccetto il suo avana.
Se fossi io il Capo dela Chiesa o dello Stato,
m'inciprierei il naso e ordinerei a tutti di aspettare.
Perché l'amore conta ed è potente
ben più di un prete o di un politicante.
Pesci nei placidi laghi
sfoggiano scie di colori,
cigni nell'aria invernale
hanno un candore perfetto
e incede il grande leone
per il suo bosco innocente;
leone, pesci e cigno
in scena e già sono andati
sull'onda irruente del Tempo.
Noi, finché i giorni d'ombra son maturi,
noi dobbiamo piangere e cantare
del dovere il sopruso consapevole,
il Diavolo nell'orgoglio,
la bontà portata attentamente
per espiazione o per nostra fortuna;
noi i nostri amori li dobbiamo perdere,
volgendo uno sguardo invidioso
a ogni animale e uccello che si muove.
Sospiri per folliecompiute e dette
attorcono i nostri angusti giorni,
ma devo benedire e celebrare
che tu, mio cigno, avendo
tutti i doni che Natura
impulsiva ha dato al cigno,
la maestà e l'orgoglio,
vi aggiungessi ieri notte
il tuo amore volontario.
Oh, cos'è quel rumore lancinante
giù nella valle, un rullare, un rullare?
Nient'altro che i soldati in marcia, caro,
i soldati scarlatti.
Oh, cos'è quella luce che mi abbaglia
in lontananza come un lampo, un lampo?
Non è che il sole sulle armi, caro,
mentre avanzano svelti.
Oh, che fanno con tutti quegli arnesi,
cosa faranno stamane, stamane?
Solo manovre, come sempre, caro,
o forse è un segnale.
Oh, perché sono usciti in strada
e voltano il capo, in fila, in fila?
Sarà arrivato un contrordine, caro.
Ma perché ti inginocchi?
Oh, non si sono fermati dal dottore
né frenano i cavalli, i cavalli?
Bé, di feriti non ne hanno, caro,
nessuno in quei reparti.
Oh, è il parroco che cercano, quel vecchio
tutto bianco, sarà lui, sarà lui?
No, vanno oltre, oltre il cancello, caro,
senza fargli visita.
Oh, toccherà al fattore qui accanto,
a lui che è così furbo, così furbo?
La fattoria l'hanno passata, caro,
e già stanno correndo.
Oh, dove vai? Rimani qui con me!
Le tue promesse erano inganni, inganni?
No, ho giurato di amarti, caro,
ma ora devo andare.
Oh, è rotto il chiavistello, è a pezzi l'uscio,
oh, la via che hanno scelto è questa, è questa;
hanno così pesanti gli stivali
e hanno occhi di fuoco.
Sotto un abietto salice
non ti affliggere più, innamorato:
segua al pensiero rapida azione.
A che serve pensare?
La tua incessante prostrazione
mostra quanto sei freddo;
alzati, su, e ripiega
la tua mappa di desolazione.
I rintocchi che scorrono sui prati
da quella fosca guglia
suonan per queste ombre senza amore
che all'amore non servono.
Ciò che è vivo può amare: perché ancora
piegarsi alla sconfitta
con le braccia incrociate?
Attacca e vincerai.
Stormi di anatre in volo sul tuo capo
e sanno dove andare,
freddi ruscelli in corsa ai tuoi piedi
e vanno verso l'oceano.
Cupa e opaca è la tua costernazione:
cammina, dunque, vieni,
non più così tarpato
in preda alla tua soddisfazione.
Posa il capo assopito, amore mio,
umano sul mio braccio senza fede;
tempo e febbri avvampino e cancelliano
ogni bellezza individuale, via
dai bambini pensosi, e poi la tomba
attesta che effimero è il bambino:
ma finch'è spunti il giorno mi rimanga
tra le braccia la viva creatura,
mortale sì, colpevole, eppure
per me il bello nella sua interezza.
Anima e corpo non hanno confini:
agli amanti che giacciono sul suo
tollerante declivio incantato
in preda al deliquio ricorrente,
solenne la visione manda Venere
di soprannaturale armonia,
di universale amore e speranza;
mentre un'astratta intuizione accende,
in mezzo ai ghiacciai e fra le rupi,
dell'eremita l'estasi carnale.
Passano sicurezze e fedeltà
allo scoccare della mezzanotte
come le vibrazioni di campana,
e forsennati alla moda lanciano
il loro pedantesco, uggioso grido:
il costo fino all'ultimo centesimo
- sta scritto in tutte le temute carte -
andrà pagato, ma da questa notte
non un solo bisbiglio, nè un pensiero,
non un bacio o uno sguardo sia perduto.
Bellezza muore, e mezzanotte, ed estasi:
che i venti dell'alba, mentre lievi
spirano intorno al tuo capo sognante,
mostrino un giorno di accoglienza tale
che occhio e cuore pulsino e gioiscano,
paghi di un mondo, il nostro, che è mortale;
meriggi di arsura ti ritrovino
nutrito dei poteri involontari,
notti di oltraggio ti lascino andare
sorvegliato da ogni umano amore.