Sento che ci sei
sento la tua paura
sento il tuo calore
sento il tuo dolore
sento la tua freddezza
ascolto te
ascolto me
sono persa in un mare infinito
chiudo gli occhi e ascolto per ritrovarti.
Composta venerdì 28 agosto 2015
Sento che ci sei
sento la tua paura
sento il tuo calore
sento il tuo dolore
sento la tua freddezza
ascolto te
ascolto me
sono persa in un mare infinito
chiudo gli occhi e ascolto per ritrovarti.
Note di una canzone,
guance rosse e batticuore,
corse per incontrarti
sperando in un tuo sguardo,
in un sorriso.
Vivere nell'attesa che tu ti accorga di me
del mio amore nato nella mia mente,
nel mio cuore.
È una magia come tutto ciò che non è reale,
sogni e desideri irraggiungibili
come te.
Vivi nella mia mente
nella mia fantasia.
quello che poteva essere ma che non mai stato.
Vite diverse, strade diverse ci separano
e non si incontreranno mai.
Resterai immobile
non riuscirai a parlare
qualsiasi cosa accada non avere paura, rimani lucida
riesci a vedere il mare?
Guarda quel movimento infinito
il senso di libertà e amore
nel suo rumore così dolce
e così dannatamente forte
riuscirai per un solo istante
a credere che sia tutto possibile?
Resterai immobile
e lo guarderai
lo guarderemo insieme
e come lui all'infinito punteremo.
Lettere volano sparse sopra la mia testa a formare frasi confuse, senza senso,
in un continuo rincorrersi nel tentativo di dare un senso a quello che vorrei dirti.
Le persone si ubriacano di apparenza
quando dovrebbero rincorrere l'essenza,
avare di principi e valori
son come nelle fogne i roditori.
Le persone incatenate dalla loro ipocrisia,
se la verità fosse ossigeno morirebbero d'asfissia,
di sincerità fan la fame
son mosche sul letame.
Vorrei poter andare in apnea col tuo respiro,
accarezzarti la folta chioma
non lasciando alcun sospiro,
e sentir solo il tuo aroma.
Vorrei poter sulla tua pelle giacere
come d'autunno le foglie sbiadite
e in un groviglio di arti rimanere
restando con le parole incustodite.
E invece riempio di tristezza ogni mio verso,
incastonato nel mio cuore disperso,
che sa di perdere invano il tempo
con te, che per me sei muraglia di cemento.
Svegliarsi con il cinguettio dei passeri.
Dal sonno alla veglia
cullati da dolci note
scritte su un pentagramma che
si liberano nell'aria.
l'eco le trasporta, facendole
rimbalzare contro i muri delle case.
Alzare le pesanti palpebre,
lasciare il mondo dei sogni,
dove tutto è possibile,
rifugio dalla realtà.
La gioia nel cuore, negli occhi,
Un altro giorno,
un nuovo giorno,
dove speranze e certezze si accavallano
in un susseguirsi di avvenimenti.
Tutto cambia,
il nuovo diventa vecchio in un sospiro
e il vecchio diventa nuovo
e si rincomincia fino alla fine
dei giorni.
Smarrito
nei meandri del tedio
infinito
dall'ozio vengo preso sotto assedio.
Di questa monotonia
sono ostaggio
essa è un'arpia
che mi crea all'interno disaggio.
E prego Iddio
o qualsiasi divinità esistente
di far cadere nell'oblio
questo tediante presente.
Mi ha ispirato il tramonto.
Viaggiavo come un relitto nel mare in tempesta.
nessun'isola all'orizzonte
nessuna nave che incrociasse la mia rotta.
La salsedine mi dilaniava la carne
gli occhi ridotti a due fessure e le labbra screpolate
e sanguinanti.
Dio, non immaginavo fosse così difficile morire.
Non potevo sapere che il mio corpo,
con inaudito accanimento, potesse
lottare così strenuamente per vivere.
Ma non sarebbe durata a lungo l'agonia.
Già, in lontananza, mi parve di scorgere dei volti.
O erano semplicemente nubi
venute a ghermirmi.
Fradicio era il cuscino quando
mi svegliai d'improvviso.
Tumultuoso il mio cuore quando
mi girai sul fianco.
E tu eri lì.
Tu, la mia isola deserta
Tu, la mia nave venuta in soccorso
Tu, che mi hai ridato la vita.