Graffi nel cielo
Unghie spiantate
cadono inermi
su fredde pietre ghiacciate
rotolando come vermi.
L'aria calda riporta
ricordi dal pozzo profondo e tetro,
odore pungente di cadaveri decomposti
sotto una stella,
una qualunque fra le tante
spente sigarette
d'un posacenere di nera rabbia
ed impazienza.
Strappo le falangi gettandole al cielo
sfiorando nuvole
libere e sole
fedeli compagne d'arei ed aquiloni.
Nell'azzurro sei immensa,
una macchia sulla terra;
la corona guarda e pensa:
rinizia la vana guerra.
Composta lunedì 1 gennaio 1900
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