Silenzio
Getta via, adesso, il tuo sorriso
ipocrita, contratto ed indeciso
getta la maschera che indossi!
Perché poi continui a mentire
a me che ho tratto dai tuoi paradossi
Il mio modo di vestire la vita
in un ballo matto di gioie ed ire.
Perché non credi che io possa
guardarti, scossa dai singhiozzi,
e banalmente star ad ascoltare,
mentre piangi forte e mi dici
di non potercela più fare.
Non verrò a raccontarti che la vita è bella,
che chi non l'apprezza è stolto,
non starò qui a dirti di non pensarci,
aspetterò invece che tu abbia sciolto
nel soffocato pianto i pensieri più marci,
che il leggero frusciare delle fronde
ti sembri più amico, più amico
il tenero vento che le fa vibrare
che il folto paesaggio collinare
ti spenga infine i lucenti occhi,
e un pensiero nuovo e più lieto ti tocchi,
sì che io trovi occasione di avvicinarti appena
per accarezzarti, infantile gesto, la schiena,
prenderti la mano e discendere l'irto sentiero
tra pietre divelte e cespi di giovane avena
fin giù in basso, tra l'ipocrite case,
col capo alto e lo sguardo fiero,
indossando la maschera che la gente
vuol vederci portare, e in segreto
il nostro viso sincero: duro e tetro.
Composta venerdì 26 ottobre 2012
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