La paura
S'insinua attraverso spiragli
d'insospettabile leggerezza
omicida del genio,
della fantasia
del sorriso
Omicida, la paura.
Ci sono vecchi morti di paura
da una vita
bambini che muoiono di paura
tutti i giorni.
Il premio di questa nostra società
il premio della nostra cristianità
la nostra ultima raccomandazione:
è la paura.
Aggrovigliata alle radici della vita
essa sta allerta,
insensibile al sole della meraviglia.
Aspetta.
Silente.
Perfetta.
Come una lama di coltello
come un serpente
come una cascata;
come la sabbia rovente
aspetta miope l'alta marea
e spegne gli ardori giocosi
spegne le nostre risa
spegne le nostre nudità
ci copre del manto mesto della follia:
è la paura.
Ci sono milioni di padri
milioni di madri
già addestrati ad impugnare
il manico del terrore al tuo primo passo,
quando ti guardano con gli occhi
gravidi di insicurezza
quando ti uccidono il primo sorriso
per un loro cruccio
che non puoi conoscere.
E non conoscerai mai.
Nuvole scure sull'oceano della libertà.
Quando regolano le tue prime avventure
con mano ferma
e la mente rigida di un vigile urbano.
Non sono i padri
Non sono le madri
loro sono lo strumento, incolpevole.
Cercate tra le abitudini
cercate nella morale quotidiana
cercate dove le labbra scoprono sorrisi
di plastica
cercate nella Regola.
La fonte della paura
sta dove non ce n'è traccia.
Dove tutto è sepolto
sotto metri di impietosa gentilezza.
Vogliono figli spaventati
e spaventano chi li genera.
Così camminiamo tutti i giorni
paranoici del niente
dimentichi della fiducia
dimentichi del respiro caldo
dell'affetto
dimentichi della giovinezza.
Nessun uomo ha scordato
la sua sbagliata giovinezza.
Tutti gli altri
i soldati perfetti
li puoi ascoltare piangere
solitari
tra le mura di una stanza
la sera
quando il sole cade:
è la loro musica di redenzione.
Composta venerdì 15 marzo 2013
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