Daccapo
Occhi d'un cielo d'inverno,
iridi smeraldine, ghirlande lucenti:
m'avvolgono.
Accasciarmi e risalire
al loro scintillio
è un po' la mia vita.
Così mi geli
infinito ghiacciaio di pace.
Così m'accendi
sole verde, basso,
sole d'alba.
Labbra vermiglie, labbra di carne viva
attendono silenziose, vibranti
come un taglio di luna rossa.
Aspettano labbra più sciatte
ma più coraggiose nel venirgli appresso.
Le accolgono.
Labbra di lampone, ruvide
vellutate,
scelte da mano d'artista.
Labbra nere di cera intiepidita.
Labbra che odorano di vento
e di ciliegia scura.
Le cerco tra le trame del viso.
Le prendo. Le assumo.
Medicina dell'animo, veleno
del mio cuore
frettoloso.
Alle volte ti cerco tutta intera
e la tua espressione volubile,
mutevole di volta in volta,
mi rende cieco.
Sono qui – mi dici.
Eppur dev'essere un altro amore
che sto avvicinando.
Una forma nuova,
un pensiero del tutto diverso.
È bellezza – mi dice qualcuno
- vive di metamorfosi.
Va bene, di nuovo m'accascio
e risalgo.
Come daccapo.
E tu sei la stessa.
Composta giovedì 29 gennaio 2015
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