Sakura in quarantena
Pallidi, timidi e spaventati
sbocciano i primi fiori di ciliegi a Milano.
Aprono gli occhi, guardano in giro
e vedono un'immense deserto strano.
Silenzio... silenzio... silenzio...
Il vento tacce sotto un piccolo ramo.
Preoccupati, hanno domandato un castagno
perché tutto questo silenzio vuoto è sovrano.
Il vecchio castagno, scambiandosi sguardi con i tulipani,
raccontò cosa successe nei tempi della fioritura
di queste puerili, fragili Sakura.
I fiori di ciliegi hanno capito la sciagura
poi, abbassando con tristezza i rami
hanno cominciato a preparare
un lutto di profumo e stupore,
con tinta rosa, dolce e amore,
in un silenzio soave, con calma e dolore.
Sapevano che in Giappone le vallate
abbondano di onde profumate,
che la Cina ha i ciliegi già in fiore
e troppa gente questo anno
che non li vede perché muore...
Per fratellanza, hanno scelto la distanza
e si considerano anche loro in quarantena
con tanto odio per ciò che avvelena
con morte, panico, dolore
la primavera che adesso prendeva vita e colore,
la primavera quando mai nessuno muore.
Un ramo ha fatto un inchino e le condoglianze
e costruì d'un ramo secco un'antenna
per dar speranze che la vita fa alleanze
con la natura pura, com'è la Sakura,
che lo spettacolo lo fa vedere anche se distanze
dividono con i muri, abbracci, fiori, amici
profumi e colori.
I delicati fiori di ciliegi
hanno detto tutti in coro
persuasivo e con voce bassa:
"Anch'io resto a casa!".
Composta lunedì 9 marzo 2020
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