Per non udire la parola fine
Macchiai i miei sogni e le mie labbra
di rosso,
amaranto,
vermiglio livore
per perdermi nei pianti,
straziarmi l'anima
per scrivere del mio dolore.
Ora strappo
improvvisa l'agonia
guardo il chiarore della notte
dove una luna piena
rilancia argentei raggi,
su di me,
su lacrime spente,
su sogni infranti,
su paure lontane.
Ne sento ancora l'eco
ululati
dispersi tra nubi obese,
dentro lenzuola e affanni,
i miei affanni
dentro domande insolute e
antiche memorie.
Col cuore affranto,
macchiai
I miei ricordi di speranze
per non udire la parola
FINE.
Composta lunedì 28 febbraio 2011
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