Il desiderio di un prigioniero
Un cielo plumbeo
mi sporge, sapiente,
quel senso di decadimento
interiore che m'ammalia,
mi storce. Mi rende libero
in un vaso di fango,
fiero, in una discarica di
discordia e malumore.
Giudico, senza potere,
dalla finestra aperta
sul cortile accanto,
nutrendo la mia bile
con altro acido
e frutta secca.
Deglutisco amaro,
mordendo sabbia
e polsi di mummie
ricoperti al cioccolato.
Quale merenda migliore
di quella fatta
con il risentimento
e le parole.
Quale angoscia
mi porterà via
il bicchiere vuoto
e quale colore
abiterà le periferie
della mia prossima tela.
Non ho potere
sotto questo convoglio
di nubi e grigie abitudini.
Non posso nulla
oltre queste sbarre
che m'ingabbiano
e appiattiscono
il desiderio creativo
di seminare zizzania
e orrore tra la razza umana.
Composta mercoledì 27 marzo 2013
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