Tra le braccia spalancate della giovinezza
Seduta sotto l'albero del castagno
osserva la faccia malata d'ottobre.
Aspetta, fischiando, fino a sera...
un vecchio le si ferma accanto
suonando l'organetto,
con il cappotto sfilacciato
e lo sguardo stravagante.
Finita la musica si rimette in cammino,
stringendo per mano la malinconia.
Insieme ad essa cerca la via
che la riporta in cima alla collina,
tra le braccia spalancate della giovinezza.
Il pensiero viaggia tra il silenzio del mattino
e il chiacchiericcio della sera.
Vorrebbe ascoltare il garrire di una rondine
per capire se è primavera,
una carezza di vento
per sentire se è melodia d'estate
o dell'autunno il sospiro.
L'inverno già lo conosce:
è quello che le ha gelato il cuore,
lasciato nell'anima una scia di dolore.
L'usignolo canta...
è una melodia che risveglia il sonno,
dà nuova voce al sogno,
scalza per sempre dalla vita l'ombra.
Composta mercoledì 19 settembre 2007
dal libro "Non ha più lacrime la mia terra..." di Giorgio De Luca
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