Chiamatemi con i miei veri nomi
Non dire che domani me ne andrò, perfino oggi sto arrivando di nuovo.
Guarda profondamente: ad ogni secondo arrivo, per essere un getto primaverile;
un uccellino, con piccole ali ancora fragili: sto imparando a cantare
nel mio nido nuovo;
per essere un bruco nel cuore del fiore; un gioiello che si nasconde
nella pietra.
Ancora arrivo, per ridere e per piangere, per avere paura e per sperare.
Il ritmo del mio cuore è la nascita e la morte di tutto ciò che vive.
Sono un insetto che si trasforma sulla superficie dell'acqua.
E sono l'uccello che si lancia per inghiottire l'insetto.
Sono una rana che nuota felice nella chiara acqua dello stagno.
E sono il serpente che, silenzioso, si ciba di rane.
Sono un bambino dell'Uganda, tutto pelle e ossa, le mie gambe esili come canne di bambù,
e sono anche il mercante che vende armi mortali all'Uganda.
Io sono la bimba dodicenne profuga su una piccola barca,
che si getta nell'oceano dopo essere stata violentata da un pirata.
E sono anche il pirata, il mio cuore ancora incapace di vedere e di amare.
Sono un membro del Politburo, con un enorme potere tra le mani.
E sono l'uomo che deve pagare il suo "debito di sangue" alla sua gente, morendo lentamente in un campo di lavori forzati.
La mia gioia è come la primavera, così calda che fa sbocciare fiori su tutta la terra.
Il mio dolore è come un fiume di lacrime, così vasto che riempie tutti i quattro oceani.
Per favore, chiamatemi con i miei veri nomi, perché io possa udire tutti i miei pianti e tutte le mie risa insieme,
perché possa vedere che la mia gioia e il mio dolore sono una cosa sola.
Per favore, chiamatemi con i miei veri nomi, in modo che mi possa risvegliare
e la porta del mio cuore sia lasciata aperta, la porta della compassione.
Composta mercoledì 21 aprile 2010
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