Un ennesima giornata passata sulla riva di un lago, in compagnia di passanti, dell'eco di anatre che svolazzano felici, di una panchina ormai quasi consumata dal clima e di un libro che tengo serrato fra le mani. Decido di leggere un racconto a caso, penso a un numero - mi viene in mente il 13 - apro di getto il libro tenendo gli occhi chiusi, poi li riapro, mi trovo alla pagina 83, un sorriso si stampa immediatamente dopo che leggo quel numero così grande rispetto a quello che avevo sperato. Decido comunque di leggere quel brano, i miei occhi iniziano a scorrere mentalmente quelle parole - La miseria è multiforme; la sventura sulla terra è molteplice. Mi fermo un attimo, ma decido di continuare perché sento una forma di curiosità dentro me... vado avanti e leggo - Com'è successo che da un esempio di bellezza ho potuto trarre un tipo di bruttezza, come da un simbolo di pace, un immagine di dolore. Queste parole mi colpiscono profondamente, quasi come una lama diretta a colpire e a ricolpire nuovamente il mio cuore. Non vado oltre per paura di essere troppo noiosa... ma, come può un essere umano con poche semplici e immediate parole farti bene ma allo stesso tempo farti capire qual è il tuo male? Qual è ragione di quei improvvisi crampi allo stomaco che ti tolgono il fiato? Ditemi voi, qual è. Io non so spiegarmelo!
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