I bambini sporchi di terra
E di nuovo
il mio sguardo
si posa
sul passo veloce
di un bimbo
vestito di nero.
Con una zappa
in spalla
a piedi scalzi
che va nei campi
spogli
a spaccare zolle
con il sole.
Ed io lo so
che ha dormito
sulla terra
che è sul suo
vestito,
che gli sporca
il viso e le mani
già callose
che non sono di
un bambino.
E questa terra
così nera, così
povera e
pesante gli
chiude anche
i pori
della pelle che
ogni suo respiro,
ogni suo passo
è fatica che
nutre il dolore
sporco
di altri mondi
di una pace
che non è di
Dio.
Terra, solo terra
e solo vento e
vento che gli fa
mangiare
polvere di queste
ingiustizie
che dovreste
odiare
ma non odiate
e mi sento
così lontano,
lontano che non
credevo
quando sono
partito.
Ma lo sguardo
di questo bimbo
in qualsiasi
direzione guarda
non vede altro
che terra
e terra nera
che ogni giorno
sembra morire.
Ed io lo so
i suoi occhi scuri
come perle
che non crescono
nei mari
che non hanno mai
visto una viola
ne una margherita
bianca
quante cose della
mia infanzia
non vedranno e
piango
di tristezza.
Ma il sorriso suo
mi incrocia
e mi riempie anche
la pancia
e buca il vetro
antiproiettile che
più
non ci separa
che le pallottole
non
l'infrangono.
Ed il mio spirito si
alza che di tanta
forza vera
non aveva memoria.
Un sorriso vero
e le barriere
inventate
dei mondi in pace
cadono e cadono
io lo so per quanti
che i loro sorrisi
spenti di luce
non abbagliano
che una formichina
nemmeno si volta.
Io lo so,
imparatelo che sono
stanco e più stanco
di gridarlo.
Composta venerdì 14 gennaio 2011
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