Scritta da: Elisa Iacobellis
Antico, sono ubriacato dalla voce ch'esce
dalle tue bocche quando si schiudono come verdi campane
e si ributtano indietro e si disciolgono.
La casa delle mie estati lontane, t'era accanto, lo sai,
là nel paese dove il sole cuoce e annuvolano l'aria le zanzare.
Come allora oggi in tua presenza impietro, mare, ma non più
degno mi credo del solenne ammonimento del tuo respiro.
Tu m'hai detto primo che il piccino fermento del mio cuore
non era che un momento del tuo; che mi era in fondo
la tua legge rischiosa: esser vasto e diverso e insieme fisso:
e svuotarmi così d'ogni lordura come tu fai che sbatti
sulle sponde tra sugheri alghe asterie le inutili macerie
del tuo abisso.

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