Rimembro ancor triste e passato
Rimembro ancor triste e passato
quel giorno che fu dannato;
figlio di anni di scelte sbagliate,
figlio del tempo e proposte rubate.
Ahimè! Come tutto qui mi condusse?
Al sentirmi inutile e schiavo
delle altrui mosse, al non saper
del domani che farne; mi distrusse
e nel passar dei giorni mi rese scialbo.
E quella voglia di ribellione
senza tregua continua a crescere,
quel desiderio di porre fine al soffrire
di coloro che più non vedono soluzione.
Il loro intento alla fine è riuscito,
hanno posto fine a quello che era un mito,
lavorare per vivere e non vivere per lavorare:
oggi tutti schiavi pronti a farsi comandare.
Mutui, leasing, revolving e prestiti personali,
così da togliere il piacere del domani,
così da avere tutti sempre a lavorare,
per pagare ognuno le sue rate senza protestare.
Loro, tonfi e fieri, con le loro diavolerie
ci hanno incatenato, con le loro porcherie
senza sforzi o fatiche ci hanno addomesticato.
Ma come per tutti il loro cuore
una paura nasconde, e cioè quella che
gli uomini si liberino dell'oppressore;
ancora, fortuna loro, non si sono resi
conto non essere l'avvoltoio conquistatore,
ma la sua carta a cui danno troppo valore.
Nel tempo in cui l'uomo a virtù
e non già più a carta il tempo
e le energie tornerà a dare, non più
ai draghi di Wall Street il futuro
andrà, ma ad ogni uomo libero,
e a ogni uomo che liberar si dovrà,
così che la coltre, per tutti e per me,
un po' meno grigia e spessa apparirà.
Composta martedì 19 giugno 2012
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