Catene di Castagno
Non posso amarlo,
non posso odiarlo,
posso solo aspettarlo.
Non è dato capire questo pianto,
ma è dato ascoltarlo
attraverso il canto.
Vige^ un custode
nel mio cuore,
che si nutre di questo Amore.
Spasmi e brividi nel sole spento,
fantasmi^ e buio,
per questo tormento.
Quel che è fatto è fatto,
nel mio sogno porpora e scarlatto.
Pare l'unica via
pensarla come malattia.
Cerco un disperato indizio,
per convincermi che sia
soltanto un vizio.
Mi rimane il sentimento anche se
ha l'aria di sgomento.
Porto un credo ed un soffio,
un eclissi
di colore rosso.
Potrei consolarmi con un fiore di camelia,
potrei partire lungo la via Aemilia.
Ma,
anche se scappassi lontano
sentirei ugualmente la tua mano.
Ho paura del riflesso perché,
non potrò mai veramente
allontanarmi da te stesso.
Allora,
rimarrò qui,
con le mani congiunte,
intonando preghiere
sulle innevate punte.
Composta martedì 6 marzo 2012
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