Cesare e Ciro, i vostri fidi spegli,
in cui mai sempre, signor, vi mirate,
poi ch'a seguir le lor chiare pedate
par che ciascun di lor v'infiammi e svegli,
perché, sì come è stato questi e quegli
essempio di clemenzia e di pietate,
solo in questa virtù v'allontanate
da què due chiari ed onorati vegli?
Perché non sète voi mite e clemente
a me vostra prigion, vostra fattura,
come fûr essi a l'acquistata gente?
Anzi forse voi sète di natura
mite con tutti, e meco solamente
d'aspra e spietata. Oh mia somma sventura.
dal libro "Rime. Vol. 2" di Gaspara Stampa
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