A mio fratello Giorgio
Molti prodigi ho veduto stamane:
il sole, che col primo bacio terse le lacrime
dagli occhi dell'aurora; le corone d'alloro
degli eletti, chine sull'aureo manto della sera;
l'oceano, verdeazzurro, sterminato,
e scogli, navi, grotte, aneliti e terrori;
e la sua voce arcana che, a chi l'ode,
fa meditare quello che sarà o è stato.
E anche ora, Giorgio, che ti dedico il verso,
Cinzia fra coltri di seta appena si profila,
come fosse una sposa alla sua prima notte,
e lascia intravedere le amorose giostre.
Ma che sarebbero i prodigi in mare e cielo
senza averti compagno al mio pensiero.
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