Di mille e mille che vittoria, o morte
Da l'italiche porte
Giuran brandendo la terribil asta;
E guerrier veggo di fiorente alloro
Cinto le bionde chiome
Su cui purpuree tremolando vanno
Candide azzurre piume; egli al tuo nome
Suo brando snuda e abbatte, arde, devasta;
Senno dè suoi corsier governa il morso,
Ardir li 'ncalza, e dè marziali il coro
Genj lo irraggia, e dietro lui si stanno
In aer librate con perpetuo corso
Sorte, Vittoria, e Fama.
Or che fia dunque, o diva?
Onde tal'ira? E qual fato te chiama
A trar tant'armi da straniera riva
Su questa un dì reina, or nuda e schiava
Italia, ahi! Solo al vituperio viva,
Al vituperio che piangendo lava!
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