Quegli mi appare esser proprio un dio
Quegli mi appare esser proprio un dio,
anzi, se fosse lecito, egli è sopra un dio,
perché seduto in fronte a te,
lui se ne sta tranquillo a guardarti e ascoltarti,
mentre sorridi dolce:
e invece a me, infelice, svelli del tutto i sentimenti.
Ché non appena ti vedo, Lesbia, non mi sopravvive un filo di voce.
Ma s'intorpida la lingua, e una fiamma sottile mi scorre entro le membra,
le orecchie dentro mi ronzano cupe, e la notte ricopre entrambi i miei lumi.
Catullo, il tempo libero è la tua rovina, ché troppo ti esalta e ti eccita.
L'ozio ha distrutto anche re e città un tempo felici.
dal libro "Attis (Carmen LXIII)" di Gaio Valerio Catullo
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