Prendere un treno
Prendere un treno
tra chi va e chi ritorna:
ginocchio contro ginocchio
in qualche vecchia carrozza,
aprirsi un po'.
Guardare di fuori
i pensieri che hai dentro.
La massicciata scorre
come scorre il passato,
ovattarsi un po'.
Conforta la memoria
il tatantatà che culla
e sostiene il fantasma
di una cara infantile
filastrocca.
Di stazione in stazione
sulle guide di acciaio
abbandonarsi finalmente
alla certezza di arrivare.
Dormire un po'.
Cardiaca contrazione
e arteriosa pulsazione
rotolano sul binario
e da ogni tunnel impavidi
rinascere.
Prologo
La piattola strappata
Ha lasciato sul corpo
Un segno indelebile
La roseola scarlatta
Ma per sempre non è
Come il corpo ci muore
E poi tutto scompare
Simile è il corpo
Delle umane vicende
Su cui lasciamo terreno
Ai posteri un ricordo.
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