Nella tentazione quasi umana della quercia
Invecchiando
comincerò la conta degli anni
confessando all'ego cose più convenienti
inseguendo donne lucertola
virtù a sangue freddo
e buone infermiere
le piogge s'infileranno nella carne
cercando di reggersi in piedi
ma zoppicheranno con l'ennesima solitudine
di chi usa l'età come stampella
l'ora esatta
gustata con l'amaro al mattino
cercherà cubetti di zucchero nel caffellatte
lo stomaco brontolerà come un megafono
alla mente
presa a divenire su uno straccio di carta
immortale
l'amore come una gitana ubriaca
corteggerà il vuoto di memoria
già preso dal remare in un senza dove della morte
sopra corpi di fanciulle immaginarie
una volta prese a stuprare le luci mattutine dei risvegli
stringendo la zampa del lupo solitudine
ascolterò l'inventario d'ogni osso
coperto in maglie di lana
guarderò i messaggi
dall'autunno
dall'amore
salvandomi dai silenzi
come da un mare nero sopra il costato
sotto cui una donna chitarra si strofinerà le corde
con le mani del cuore fatte di respiri
invecchiando
potrò mandare al diavolo
tutti gli aguzzini della mente
la superbia
la vanità
l'egoismo
e mirerò solo al decoltè in foglie della quercia
misurando il mio umano
con le distanze tra i pianeti.
Composta lunedì 2 febbraio 2009
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