Serena I
Uscendo dal vecchio grandioso Museo Britannico
Talete e l'Aretino
in grembo al Regent's Park il flogo
crepita sotto il tuono
bellezza scarlatta in questo mondo pesce morto alla deriva
tutte le cose piene di dèi
spremuti e sanguinanti
un uccello tessitore è mandarino l'arpia è ormai spacciata
anche il condor col suo boa spellacciato
guardano fisso attraverso il colle delle scimmie gli elefanti
l'Irlanda
la luce cala lungo il loro vecchio canyon familiare
mi succhia via verso quella vecchia certezza
il c. Lo ardente di Giorgio il trapano
ah di là una vipera
addenta il suo topo
bianco come neve
nel suo abbagliante forno flusso di peristalsi
limac labor
ah padre padre che sei in cielo
mi trovo a confondere il Crystal Palace
con le Isole Beate da Primrose Hill
ahimè debbo essere quel genere di persona
andiamo a Ken Wood chi mi troverà
l'alito trattenuto in mezzo ai cespugli
nessuno fuorché i piú rintanati amanti
mi sorprendo commosso dai molti fumaioli piegati
in omaggio al ponte della Torre
riverenza del serpente che esce dalla City o rientra
finché nell'imbrunire una chiatta
cieca di orgoglio
scosta via la sciarpa delle basculle
poi nella grigia stiva dell'ambulanza
pulsando sull'orlo marca di sospiri
poi giù mi immergo tra la canaglia
fìnché un tizio dannati i suoi occhi cerchiati
mi chiede se ho finito col giornale
zoppico via infuriatissimo sotto le Stanze degli Sposati
Torre boia
e via via lontano in gran fretta verso il gigante spaccone di Wren
e maledico la giornata ingabbiato ansimante sulla banchina
sotto la caldaia lucida
non sono nato Defoe
a Ken Wood però
chi mi troverà
mio fratello la mosca
la mosca domestica
trascinandosi dal buio alla luce
si aggrappa al suo posto sotto il sole
si arrota le sei zampe
si compiace dei suoi piani dei suoi bilichi
è l'autunno della sua vita
non poteva servire al tifo e a Mammona.
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