Siam polvere di stelle
Fin da piccolino iniziava il cammino:
ogni sasso, ogni buca
che incontravi sul selciato
a dura prova metteva il tuo operato.
Tutto era parte di un costrutto
di cui coglievi sempre il frutto,
ora bello ora brutto,
ma se avanti potevi andare
è perché nuovi orizzonti
ponevi al tuo operare
e non ti fermava dover far calibratura
che in linea sempre stavi alla natura.
Così eri forte senza discussione
e centravi ogni previsione.
Ma non si può prevedere
ogni cosa che può accadere,
così giunse un giorno cupo
quando il male ti addentò
con le fauci di un lupo,
perché pietà non aveva
e esser più tenace non poteva.
Di fronte a quella fiera
nessun effetto sortiva una preghiera.
La forza morale solo ti poteva aiutare
insieme a chi ti era solidale.
Di ciò coglievi i frutti
che lenivan quei momenti così brutti.
La prova era assai dura,
ma se il peso di tal disavventura
piegava la tua figura
la sfida accoglievi senza mostrar paura.
Coraggio davi a chi ti era vicino
perché fiducia ponevi nel destino,
seppur sapevi birichino.
Così ogni cura facevi
per sanar le ferite che avevi,
e più ti convincevi che vivere o morire
era questione da definire,
ma non ne avevi perciò a soffrire
in un tempo in cui guardare avanti
era un imperativo per tutti quanti.
E se infine soccombevi alla creatura,
ebbene, in linea sempre stavi alla natura
perché era lei, ancora, a dettar la partitura,
come per le stelle nel cielo,
come per l'ostinata pianta del melo,
così per te, confortato da un credo;
giacché una legge dell'universo
è racchiusa in questo verso,
come dir che niente viene perso.
Composta sabato 14 giugno 2014
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