Che cosa andiamo cercando,
Esuli consunti e bisognosi
Di un qualcosa di cui,
Non conosciamo neppure il nome?
Deportati dall'aspirazione,
Incatenati e schiavi di essa,
Ricercatori assiomatici universali,
Di poca, salda certezza.
Noi erranti nella strada maestra,
Mai contenti della vita stessa,
Senza rese cui poter rinunciare,
Morsi dai vizi che servitù non arresta,
E abbigliati di sogni illogici,
Di fama d'amore e d'immortale giovinezza.
Noi poeti tormentati e infiniti,
Autodistrutti da un male privo di nome,
Morti ancor prima dei nostri folli abbagli,
E delle nostre nefaste verità.
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