Ho albe che sono più buie dei miei tramonti
ché i rintocchi che fan spazio alla luce
mi tagliano
adiacente all'inquietudine
perpendicolare alle mie solitudini imposte
lasciandomi espressioni disabitate
di fragile donna
curva di spalle
e colpita tra gli anelli delle vertebre
che a stento mi sorreggono
scheletrica
mi faccio carne e polpa tra le tue mani
ché sei l'unica notte che m'avvolge da dietro
senza percosse
strenua carezza pronta a lambirmi d'assoluto.
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