Se fossi un pupazzo mi calamiterebbe un mondo di cartone e sprofonderei nella tonalità di ogni colore.
Vagherei tra tessuti e plastiche nell'imperturbabile essenza che diverte.
Mi perderei, in acrobazie, tra le mani di giocolieri.
Sarei lo schianto a ogni caduta o il volo a ogni lancio.
Diverrei pioggia tra la pioggia o sole tra il sole ma, anche, sasso tra i sassi o rifiuto tra i rifiuti.
Sarei cosa in me o "compagno" o, ancora, "avversario" nella fantasia degli altri.
Solo senza soffrire di solitudine.
Insensibile senza patire la sensibilità.
Egoista senza sapere dell'altruismo.
Asettico senza necessità di un sorriso o di una lacrima.
Morto senza vita.
Privo.
Sì, privo senza capire il "vuoto".
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