Ed ecco Cefalù
Lungo l'asfalto dell'itinerario
il pensiero affacciato al finestrino
incontra l'armonia di canti
del pastorello cieco innamorato
della bella Climene,
Ed ecco Cefalù!
Carezza malinconico la rupe
con gli occhi intrisi di colori
appresi dal folto intenso
che ha scolpito l'onda
e intravede la forma della testa
di Dafni che piange amore
e si protende sul mare azzurro
convertito in rocca,
e ascolta il vento.
La storia che si perde
si ritrova
nel fascino di miti, di giganti
in rinvenuti resti e templi greci
negli avanzi di orme primitive
nella stordente fantasia
che porta
un qualche brivido che passa.
Domina l'imponente cattedrale
vide greci, romani, bizantini
arabi normanni e medioevo
gli stili si affollano,
ciascuno importa il meglio
una zolletta della propria arte
imbandisce la tavola dei gusti
in cornice di secoli
Cristo Pantocratore
fa sentire l'abbraccio dentro gli occhi
"Cristo è luce del mondo"
Fuori dal tempio il cuore palpitante
per troppa mirabilia tracannata,
l'ondeggiare di palme,
il mare acquieta.
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