Mi vedi, così livida?
Torno alle onde d'un Cielo denso
come pescatrice di mari inesistenti.
Ho i segni di ami uncinati
bucarmi la bocca baciata.
Ho il tetto spiovente di pioggia
carica d'asciutto ed arido
ché l'umido m'ammuffisce dentro
da dove la tempesta mi parte
donandola all'alto,
ma l'Alto non risponde
e mi si reclina la testa indietro
ad invocare strenuo appello
fintanto che, curva, abdico.
Sono livida, in questo Nero.
_Adesso.
Come piuma caduta da ali di Signore Scuro
carpirmi
e volo e schianto
e nello schianto possederlo
e nel volo possedermi.
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