La Tenebrosa
Crescevan nella tomba le unghia
a Giuseppe, morto, adunche.
Liquefatto gli gocciava il fegato.
Nelle cave orbite senza luce
aveva due tenere rotule di Ririrì.
Dal cervello putrescente e dalla teca
si sperdevan milioni di pensieri
in filiere per i cipressi del cimitero.
Dio verdolino come libellula, lì
cercava di penetrare fra le estreme cellule.
Ma gli oscurava a lampi la via,
la Tenebrosa. Bolliva nel vicolo la pignatta - oh, quanto fonda! - di donna Riricchia.
Nella valle in paura del vento, le canne. Picchia
la notte sugli ossi secchi della tomba.
Leggi un'altra Poesia Tutti gli Argomenti
Immagini con frasi
Consigliati
Ultimi argomenti inseriti
Commenti