Al giorno non porto luce
chè il buio persevera aggrappandosi agli istanti
sebbene il cristallo del tempo
resista alle schegge
delle pietre scagliate dai miei umori enfatici
su tutte le dipendenze
ho trascritto l'impotenza del r_esistere
e la resa ha posto domande
su frantumi e cocci
tra i teatri dell'io indicibile
rimosso
negato
inibito
e la presenza scenica delle difese strenue
delle proiezioni parallele
delle introiezioni feroci
costella in posizione fetale
e va verso una me simbolica
ricordo il vagito e l'urlo dei primordi
s'attacca alla mammella materna
e alla perdita
è tutta mancanza il mio essere
l'ossessione lo sa
e la maniacalità ne prende parte
ab origine!
Sotto censura come una condanna superegoica
sussulto transferale e primitivo
d'una me selvatica e primitiva.
Del pianto, dal ventre, m'è rimasto un raglio.
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