Nella mente d'un uomo violento
Che "Mia" diventi la voce del verbo
pronunciata sulla torsione del polso
e lasci il segno del possesso
nel piacere del livido
senza mia colpa
ché lei è rea confessa
pur nella tela di ragno
per mosche rosa
Tra il lucido e il torbido
mi specchio, doppio,
Narciso morboso
di un irrisolto Edipo in fasce
Tra l'ossessione e la furia
a succhiare il sangue
nell'eccitazione dei dinieghi
il controllo dell'ubbidienza
a mani giunte, come in preghiera,
con i lacci traumatici di tortura fredda
terrorista e tiranno
ché sono tua vittima
al talamo
d'una luna di miele rancido
La violenza mi cura la paura
ché se alito sul collo, allora respiro;
la perfezione inscenata.
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