Sulle quattro
Stamane sulle quattro, vagolando
col mio scettro d'insonnia per la casa,
senza accendere le luci, m'avvenne
d'intuire sulla soglia
del terrazzo qualcosa, tra feroce
e soave
- non certo l'umidore
dell'edera risalita in apnea
né fantasmi di voci dalle antenne
dei palazzi accasciati. -
Era là fuori
la notte in piena doglia:
si sforzava di uscire dalle grotte
di se stessa. Affannosa. Le esultava
l'ampio addome di brividi, il madore
ne intrideva le stelle.
Fu come
per una donna: trattenere
un lungo attimo il fiato. E il suo dolore
s'assommò, sangue ed anima, in un grido
- lassù - di rosa.
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