La vergine di Spoleto

Sottile sei come un cero del tempio,
l'occhio hai trafitto da spade d'amore.
Io non ti chiedo un sol bacio: in silenzio
vorrei deporre sul rogo il mio cuore.

Io non ti chiedo una sola carezza:
t'offenderebbe la mia rozza mano.
Ma dal cancello ti guardo in purezza
rose di porpora cogliere e t'amo.

Sempre ti bruciano i raggi del sole
e via t'involi sul vento che fugge.
Su te c'è un angelo senza parole:
io gusto in cuore il dolor che mi strugge.

Mentre t'intreccio nei riccioli, adagio,
dei versi ignoti gli strani diamanti,
getto il mio cuore invaghito nel lago
meraviglioso degli occhi raggianti.

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