C'era una volta il coronavirus
C'era una volta il coronavirus
era una mosca rossa
dispettosa in ogni mossa
e il suo ronzio era fastidioso
disturbava tutto ciò che era gioioso
perché voleva un mondo noioso.
Svolazzava su ogni cosa
e seccava pure una rosa
tanto era odiosa.
Voleva catturare gli uomini
per metterli nella sua prigione
dove non esiste emozione.
"Non dovete vedere arcobaleni" – diceva
- "perché è meglio un mondo di veleni".
Allora, giunse un gigante buono
e del cuore si sentiva il suono.
Era tutto colorato
giallo, bianco, nero
e aveva il mondo disegnato
ed era pure "mascherato".
Il coronavirus intimorito
chiese: "dove va buonuomo così vestito?".
"Voglio far volare il mondo come un aquilone" – rispose il gigante buono -
"cielo azzurro e solleone".
E soffiò forte
ma forte
che la mosca rossa non ebbe altra sorte
se non di ridare la vita alla morte.
Così tutto il mondo tornò colorato
dalla paura liberato
e di quelli che la mosca aveva imprigionato
- e, purtroppo, mai liberato -
rimase un arcobaleno tanto amato
perché grazie a loro
il gigante buono, finalmente, era arrivato.
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